Libarna, le ultime scoperte
Le ultime scoperte avvenute negli scavi condotti a Libarna e nel territorio circostante della Valle Scrivia vengono presentate sabato, alle 16 nella sala consiliare di Arquata dall’archeologo Alessandro Quercia. Il quadro emerso da queste indagini è quello di un territorio profondamente trasformato in epoca romana, con molti insediamenti abitativi e produttivi anche fuori dalla città. Gli archeologi, grazie alle tecnologie oggi a disposizione, sono ora in grado di offrire un affresco abbastanza efficace di come si presentava la vallata all’epoca, compreso i tipi di coltivazione e di vegetazione. Non c’erano più i grandi boschi dei periodi precedenti perché l’uomo ora curava molto di più la terra. L’economia non si basava solamente sul grano ma c’erano anche vigne, come documenta la presenza di semi legati alla vite. Probabilmente si produceva vino. Numerose le fattorie che avevano un ruolo non solo produttivo ma anche abitativo.
Gli scavi hanno portato alla luce l’acquedotto di Libarna, che attraversava l’Appennino e passava per Arquata. «In alcuni punti è stato trovato intatto – spiega Alessandro Quercia – Anche se era già stato studiato, queste scoperte hanno permesso di avere una maggiore conoscenza su come era e sul suo percorso, fino ad ora non completamente accertato».
Importanti anche le necropoli emerse a nord di Libarna, dove c’era la Postumia e oggi si trova la ex statale 35, comunemente chiamata strada dei Giovi. «Sulla base di indagini antropologiche – dice Quercia – possiamo dire che riguardava persone di ceto medio alto. Avevano un buon livello di nutrizione e di salute. Era una necropoli urbana».
Questo incontro rientra nel ciclo ‘Archeologia e paesaggio in valle Scrivia’ promosso dalla Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo, dal Comune di Arquata Scrivia, dall’Unitre Arquata–Grondona e dall’Associazione Libarna Arteventi.
L’obiettivo è svelare al pubblico le straordinarie scoperte avvenute a seguito delle indagini archeologiche preventive effettuate in occasione dei lavori del Terzo Valico dei Giovi, che hanno interessato in modo particolare la media valle Scrivia. Si tratta di risultati di grande valenza storica che non devono rimanere circoscritti solo alle riviste di settore.