Concussione, indagato l’ex presidente del Tribunale
Sciaccaluga sentito dai magistrati di Milano. Omissione di atti d'ufficio per il Pm Bosco?
Sciaccaluga sentito dai magistrati di Milano. Omissione di atti d'ufficio per il Pm Bosco?
Gli strascichi di un causa civile promossa davanti al tribunale di Alessandria dalla suocera dell’allora presidente Gian Rodolfo Sciaccaluga (già presidente del Tribunale di Savona, di Casale, di Chiavari, ha presieduto anche una sezione della Commissione tributaria regionale del Piemonte), si sono fatti sentire a dieci anni di distanza. L’ex presidente Sciaccaluga è indagato per concussione. Mentre un sostituto procuratore alessandrino è finito sotto indagine dalla Procura di Milano per omissione di atti d’ufficio.
Si tratta di due procedimenti distinti.
La vicenda ha inizio (siamo nel 2008) quando la suocera di Sciaccaluga, titolare della nuda proprietà di beni a Portofino (vigneti, uliveti, boschi e terreni) intenta una causa civile davanti al Tribunale alessandrino, all’epoca presieduto dal genero, per vedersi riconosciuta quella nuda proprietà che le derivava da un documento.
Il presidente del Tribunale avrebbe dovuto astenersi per almeno due buoni motivi. Intanto il grado di parentela, e poi per l’incompetenza territoriale (si trattava di beni a Portofino, le società che ne beneficiavano avevano domicilio legale all’estero e i loro rappresentati erano residenti a Genova).
Ma il presidente, evidentemente, aggira gli ostacoli e affida la causa a un giudice onorario (got), Alfonso Matarazzo (non è indagato) che non avrebbe avuto la titolarità per quel tipo di causa. Sciaccaluga pretende di vedere la bozza della sentenza, che integra e modifica.
Spunta un’altra irregolarità? Gli atti della causa non sarebbero stati correttamente notificati alle società convenute (potenziali controparti in quel procedimento) perché la suocera di Sciaccaluga (morta nel 2009) non avrebbe indicato correttamente l’indirizzo del domiciliatario delle stesse. Quindi, in sostanza, le società non sarebbero state al corrente della causa grazie alla quale alla donna venne riconosciuto il titolo di proprietà.
Anni dopo, una delle due società presenta una querela alla Procura di Genova affinché si indaghi sulla veridicità del documento depositato agli atti di quella causa civile. Genova trasmette il fascicolo ad Alessandria, città dove quel documento era stato utilizzato. L’indagine viene affidata alla dottoressa Marcella Bosco. Siamo nel 2012. Gli accertamenti si concludono nel 2013. Il 26 settembre 2016, il magistrato chiede l’archiviazione. Il Gip. Paolo Bargero, chiede di approfondire le indagini perché da quelle carte emergono atti che riguarderebbero l’operato di Sciaccaluga (è il 10 agosto 2017). Gli atti tornano al Pm (Bosco) che, nel novembre 2017 ipotizza l’abuso d’ufficio. Nove mesi dopo, il 10 agosto 2018, trasmette gli atti alla Procura di Milano (precostituita per legge) a carico del presidente del Tribunale alessandrino. L’eventuale abuso d’ufficio è prescritto.
A quel punto si aprono due filoni di inchiesta. Sciaccaluga è sotto indagine per l’ipotesi di concussione del got (Matarazzo). L’ex presidente del Tribunale alessandrino è stato sentito lo scorso dicembre.
Per il Pm si ipotizza l’omissione di atti d’ufficio.
Marcella Bosco, difesa dall’avvocato Piero Monti, contesta le accuse. Se ritardi ci sono stati non sono ascrivibili alla sua deliberata volontà di ritardare atti del suo ufficio.
In quel periodo, riferito anche all’accorpamento degli uffici di Acqui Terme e di Tortona, era in atto una situazione di grave sofferenza degli uffici della Procura alessandrina conseguente al conferimento di un numero enorme di fascicoli assegnati dagli uffici giudiziari cessati ai magistrati già in servizio ad Alessandria. Situazione segnalata dall’attuale Procuratore Capo di Alessandria, Enrico Cieri, al Procuratore generale e al Consiglio superiore. Lo stesso procuratore Cieri ha istituito un ufficio Stralcio e uno cosiddetto di Pronta Definizione (che tende a sgravare i sostituti procuratori per quelle notizie di reato facilmente definibili). Una serie di iniziative dettate da una situazione di grave sofferenza dell’ufficio.