Tentata estorsione, due condanne
Nei guai con l'operazione Borderline della Questura
Nei guai con l'operazione Borderline della Questura
A metterli nei guai l’indagine denominata Borderline, di Polizia e Guardia di Finanza. Nella rete degli investigatori, oltre a Luciano Rabita e Claudio Ferraresi (a processo con rito ordinario, prossima udienza il 22 maggio), erano finiti anche Michele Aliani, Giulio Aliani e Vincenzo Aliano: i tre avevano scelto di essere giudicati con rito abbreviato. Vincenzo Aliano, a cui non è stato concesso l’abbreviato condizionato, verrà giudicato con rito ordinario dal 15 maggio.
Questa mattina, invece, davanti al Gup, Giorgia De Palma, è stata valutata la posizione di Giulio e Michele Aliani. Il Pm aveva chiesto cinque anni e quattro mesi, sostenendo l’ipotesi di estorsione consumata. Il giudice li ha condannati a tre anni e sei mesi, duemila euro di multa, una provvisionale di 2.500 euro a ciascuna delle parti civili e all’interdizione per 5 anni dai pubblici uffici. Gli avvocati difensori, Daniela Sogliani (del foro di Alessandria) e Aldo Mirate (di Asti) presenteranno appello. I legali si sono battuti, in prima istanza, per l’assoluzione, in seconda battuta per derubricare l’accusa in violenza privata
L’operazione Borderline era giunta al culmine nel settembre 2018, dopo intercettazioni, appostamenti, sopralluoghi, ispezioni, sequestri. Secondo la Questura Claudio Ferraresi, 52 anni, residente tra Voghera e Alessandria, si spacciava per agente immobiliare in cerca di ville da acquistare. Millantando conoscenze importanti. «Nell’elenco mancava solo Trump» aveva sostenuto Poggi sorridendo, lasciando intendere che, per darsi importanza, era abituato a ingigantire. Ferraresi «era impegnato in un fiorente giro di truffe collegate alla compravendita di beni immobili di pregio. Ma non aveva mai tirato fuori un euro», secondo la Polizia. Di euro ne avrebbe dovuti sborsare 135.000 a due professionisti del Pavese, che aveva coinvolto in una trattativa.
Uno dei due lo incontra il 15 marzo alla ‘Nuova Osterietta’, locale di Alessandria. «Vi diamo solo la metà’», disse Ferraresi al professionista. E per essere convincente si fece supportare da amici, evidentemente ritenuti in grado, pur con metodi tutt’altro che urbani, di persuadere. E lo fecero, usando violenza. Per l’accusa, a spalleggiare Ferraresi risultano: Luciano Rabita, 63 anni, di Caltanissetta, promotore di cooperative dedite alla pulizia, con attività anche nella nostra zona; Michele Aliani, 39 anni, di Stigliano (Matera); Giulio Aliani, 39 enne, anch’egli staglianese, ma da tempo ad Alessandria; Vincenzo Aliano, 58 anni, imprenditore edile residente nei pressi di Valenza. Durante l’incontro, alla Nuova Osterietta, il professionista minacciato telefonò al collega, fissandogli un incontro. Che avvenne in serata in un altro locale di Alessandria (non coinvolto nell’inchiesta).