“Senza cattiveria, non abbiamo vinto un solo contrasto”
Gregucci: "Non siamo riusciti a capire come giocare con una squadra che ci aspettava ai 30 metri"
GORGONZOLA – Ammetiamolo, mister: l’Albinoleffe ha dato una lezione severa a un’Alessandria che ha ritrovato gli errori e le paure, le amnesie e le fragilità che avevano condizionato le prime giornate. “Lo ammetto: non ci siamo stati, per nulla, come presenza agonistica. Non c’è stato un solo corpo a corpo che abbiamo vinto“. Eppure si sapeva che i bergamaschi sono solidi, subiscono poco, si chiudono e ripartono: i Grigi hanno permesso agli uomini di Zaffaroni di fare tutto questo e la vittoria è meritata. “Avevamo di fronte una squadra che ci ha aspettato ai 30 metri, per ripartire con uno, massimo due giocatori: lo sapevamo, non abbiamo fatto nulla per evitare di subire. Ci siamo arresi senza combattere” .
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Questo, però, è un segnale preoccupante e, soprattutto, una pericolosa involuzione. “Insisto: agonisticamente l’Albinoleffe ci ha sovrastato. Questo è un campionato in cui, prima di tutto, si deve combattere: se non ce lo mettiamo in testa, finiamo in balia degli avversari. E prendiamo un gol, come il primo, anche in superiorità“. Però, ci siamo permesso, la cattiveria, l’attenzione, lo spirito combattente è, anche, o prima di tutto, questione di mentalità, che giocatori esperti dovrebbero avere, certo, ma che un allenatore dovrebbe trasmettere.
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Di Quinzio nel deserto
In una gara in cui Di Quinzio ha dimostrato, almeno lui, di essere almeno ispirato, si è ritrovato a predicare nel deserto. “Avremo messo in area almeno una decina di palloni buoni, tutti sfruttabili. Palloni che hanno attraversato lo specchio della porta e non sono stati sfruttati. Per mancanza di determinazione – replica Gregucci – nessuno che ha avuto la forza, l’energia, la cattiveria di spingerli dentro. Non è la prima volta che succede”. Ed è anche questo, questa recidività, che preoccupa.
Convinto dei due cambi al 20′ della ripresa? Perché sono stati ininfluenti, se addirittura non hanno peggiorato la situazione. “Abbiamo provato a spingere più avanti il baricentro, ad alzare la pressione verso l’area”. Però Stijepovic, in quella posizione, proprio non si può vedere. “Stijepovic noon ha avuto una estate facile. E’ un po’ titubante, deve crescere, anche in convinzione oltre che in condizione. Ha talento, le gambe devono girare, però è calciatore vero”.
Quattro passi indietro
Come si spiega questo peggioramento in soli tre giorni? “Siamo rimasti con le testa alle tre vittorie, abbiamo abbassato la tensione. Abbiamo sottovalutato l’avversario? Non credo, caso mai un atteggiamento arrendevole nostro. E un comportamento sul campo debole”. Al di là dei vuoti nella fase difensiva – “io però credo nella mia linea difensiva” – perché in area (come nel rigore di oggi), ma non solo, si usano troppo le mani per fermare gli avversari? “Vero, è un limite, da correggere. Si rischia, gli anticipi si fanno diversamente”. Fra quattro giorni il Piacenza, che potrebbe avere un atteggiamento simile all’Albinoleffe. “Noi soffriamo questi imegni ravvicinati, è un dato di fatto, ma pima di tutto deve cambiare il nostro atteggiamento: se non si combatte, se non si sovrasta l’avversario, se gli si concede campo si rischia con tutti”.