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    L’anno
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    Massimo Volante - Gruppo Astrofili Galileo Alessandria - redazione@alessandrianews.it  
    2 Gennaio 2013
    ore
    00:00 Logo Newsguard

    L’anno delle comete?

    Il 2013 dovrebbe offrire lo spettacolo di due comete visibili ad occhio nudo: la prima, in marzo, sarà confrontabile in luminosità con le stelle più brillanti, ma la seconda, a fine anno, promette di essere uno spettacolo indimenticabile

    Il 2013 dovrebbe offrire lo spettacolo di due comete visibili ad occhio nudo: la prima, in marzo, sarà confrontabile in luminosità con le stelle più brillanti, ma la seconda, a fine anno, promette di essere uno spettacolo indimenticabile

    SCIENZA – “Palle di neve sporca”: questa è la famosa definizione di cometa che lo scienziato americano Fred Whipple diede negli anni ’50 del secolo scorso. Questi corpi celesti, residui del materiale primordiale da cui si formò il sistema solare, sono infatti costituiti essenzialmente da sostanze volatili ghiacciate, aggregate a polveri e minerali vari. Quando una cometa si avvicina al Sistema solare interno, il calore del Sole fa sublimare i suoi strati di ghiaccio più esterni e le scie di polvere e gas che ne derivano formano una grande e rarefatta chioma attorno al nucleo. La pressione dovuta al vento solare crea successivamente una enorme coda, talvolta multipla, che punta sempre in direzione opposta al Sole.

    Se si eccettua l’iconografia cristiana, che indica in una cometa l’annuncio della Natività, gli astri chiomati sono da sempre considerati portatori di sventure e calamità, ma dal punto di vista strettamente astronomico il passaggio di una cometa brillante è in grado di catalizzare l’attenzione di un vastissimo pubblico: astronomi professionisti, astrofili e popolazione in generale.

    In questo momento le due comete in oggetto sono lontane centinaia di milioni di chilometri dalla Terra, ma le implacabili leggi della meccanica celeste le stanno portando in direzione del Sistema Solare interno.

    La cometa C/2011 L4 fu scoperta nel giugno 2011 utilizzando un telescopio di 1.8 metri di diametro alle isole Hawaii, nell’ambito del programma PanSTARRS (Panoramic Survey Telescope and Rapid Response System) dedicato a monitorare asteroidi e comete potenzialmente pericolosi per il nostro pianeta. Segue un’orbita iperbolica ed è la prima volta che transita nelle vicinanze della nostra stella e dopo questo passaggio lascerà il Sistema Solare. Le condizioni ideali per l’osservazione della cometa PanSTARRS sono limitate ad un breve arco di tempo: il 10 marzo prossimo passerà a 50 milioni di km. dal Sole e nei giorni successivi il 13 marzo dovrebbe essere visibile all’orizzonte occidentale con una coda stimata in 10° di estensione. La luce diffusa della Luna crescente non sarà tuttavia di aiuto al passare dei giorni.

    Altro discorso per la C/2012 S1, proveniente da quel vero e proprio serbatoio di comete che è la nube di Oort, scoperta il 21 settembre scorso con i telescopi dell’International Scientific Optical Network (ISON). Il 28 novembre prossimo raggiungerà il perielio, cioè il punto di massimo avvicinamento al Sole, all’incredibile distanza di 1.8 milioni di km! Questo è il tipico comportamento delle comete cosiddette “sungrazing” (comete radenti) che in passato hanno prodotto fantastici spettacoli astronomici. Dobbiamo andare molto indietro nel tempo – al 1965, 1910, 1882, 1842, 1774 e 1680 – per trovare resoconti di comete abbastanza luminose da poter essere osservate in pieno giorno, e la cometa ISON sembra avere le potenzialità per diventare la “cometa della vita”.

    Dopo il passaggio delle comete McNaught (nella foto a lato) e Lovejoy, che negli anni passati hanno deliziato gli appassionati dell’emisfero sud, è la volta degli osservatori dell’emisfero boreale ad essere in condizioni ideali per ammirare la cometa Ison. Dall’agosto 2013 dovrebbe essere alla portata di un piccolo telescopio o di un binocolo, da fine ottobre dovrebbe essere visibile a occhio nudo, per restarvi fino a metà gennaio 2014.  In considerazione del fatto che finora non ha subito stress gravitazionali e shock termici, la cometa potrebbe sviluppare una lunghissima coda, cento volte più luminosa di Venere e forse anche più luminosa della Luna, rendendola quindi facilmente visibile anche in pieno giorno in condizioni di cielo terso.

    Fatte queste premesse abbastanza sensazionalistiche, è doveroso concludere con una nota di realismo scientifico: se da un lato il calcolo della traiettoria di una cometa non pone particolari problemi, prevederne la luminosità è un gioco pericoloso. Il passaggio radente di un nucleo cometario, grande pochi chilometri, in prossimità della superficie solare può avere effetti non noti in anticipo, a causa delle enormi forze di marea scatenate dalla stella che potrebbero frantumarlo. Qualcuno ricorda la cometa Kohoutek? La grande cometa del Natale 1973, così venne pubblicizzata dai media di allora, si spense e passò praticamente inosservata. Potrebbe accadere ancora, ma se ciò non avvenisse … teniamoci pronti per lo spettacolo.

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