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Redazione Il Piccolo  
14 Gennaio 2013
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Perché Alessandria è stata così contraria alla seconda Corte d’Appello a Casale?

La domanda di Giancarlo Curti, già presidente del Comitato per la Corte d'Appello a Casale

La domanda di Giancarlo Curti, già presidente del Comitato per la Corte d'Appello a Casale

CASALE MONFERRATO – Sulla vicenda della Corte d’Appello a Casale si era gettato con tutta la passione di una vita con la toga indosso. Giancarlo Curti, già presidente dell’Ordine degli Avvocati di Casale Monferrato e giudice onorario ad Alessandria, nel primo decennio del Duemila, ha combattuto (è veramente il caso di dirlo) una battaglia tutta in prima linea perché il ministero della Giustizia scegliesse Casale come ventilata sede della seconda Corte d’Appello piemontese. E i presupposti, a partire dal progetto elaborato dagli architetti Ettore Bellingeri (poi assessore all’urbanistica nella giunta Demezzi sino alla sua revoca della delega l’estate scorsa da parte del sindaco Demezzi) e Daniele Muzio, che prevedeva l’utilizzo dell’ex caserma Nino Bixio (struttura ormai abbandonata dai militari) c’erano tutti. Poi, però, le cose sono andate diversamente e oggi non solo Casale non è diventata Corte d’Appello ma – come cambiano i tempi in pochi anni – il Tribunale di Casale sta attendendo malinconicamente che cali la parola fine sulla sua vicenda e che gli uffici giudiziari, ad eccezione del giudice di pace (che almeno per qualche anno rimarrà ancora) emigrino a Vercelli. Curti, che nel frattempo ha fondato l’associazione Nuove Frontiere della quale è oggi presidente onorario, evidenzia in un suo intervento di non essere riuscito a capire, anche oggi, “il perché Alessandria sia stata così duramente contraria alla istituzione della seconda Corte in Casale Monferrato quando, esaminando a fondo la sitauzione e con serena obiettività, Casale poteva farcela, Alessandria no”. Se le cose fossero andate come Curti – e non solo perché il mondo forense casalese si era schierato tutto a favore dell’idea – avrebbe auspicato “ne sarebbe uscita una Provincia fortissima, un vero gioiello e con la Corte d’Appello a breve distanza da tutte le zone della Provincia. Una deliberazione favorevole della Provincia avrebbe consentito una rapida e sicura confluenza su Casale delle altre Province del Piemonte Orientale, lasciando sola ed isolata, e perciò molto debole, la candidatura di Novara. Casale certo si sarebbe avvantaggiata notevolmente sotto ogni profilo (ma Casale non è in Provincia di Alessandria ?) ed oggi non  avrebbe perso il suo Tribunale accorpato al Tribunale di Vercelli, il che, in prospettiva, potrebbe davvero determinare in un prossimo futuro l’uscita del territorio casalese da quello alessandrino e l’aggregazione a quello vercellese”.