Presidio davanti ai cancelli della Zentrum: lavoratori in sciopero
I 56 dipendenti della concessionaria auto in zona D3 da ieri sono in assemblea permanente davanti all'azienda. Un buco di bilancio di oltre 2 milioni di euro che mette a rischio il posto di lavoro e le filiali di Alessandria, Asti e Tortona. Lo sciopero proseguirà sino a giovedì
I 56 dipendenti della concessionaria auto in zona D3 da ieri sono in assemblea permanente davanti all'azienda. Un buco di bilancio di oltre 2 milioni di euro che mette a rischio il posto di lavoro e le filiali di Alessandria, Asti e Tortona. Lo sciopero proseguirà sino a giovedì
Da circa un mese i vertici aziendali hanno presentato in Regione la richiesta di “cassa integrazione straordinaria”, rimasta sospesa per la mancata presentazione di un piano aziendale, procedura in questi casi obbligatoria. Giancarlo Moduzzi, rappresentante di Uil TuCs Commercio spiega: “Il 9 maggio ci è stata proposta la cassa integrazione straordinaria, ma il campanello d’allarme era già scattato da tempo, quando ci siamo resi conto che la proprietà aveva dato inizio alla svendita dell’usato, un’operazione chiaramente diretta a creare liquidità. Sappiamo che il buco di bilancio è stato stimato intorno ai 2 milioni e 500 mila euro”. Subito i sindacati hanno chiesto un confronto con la dirigenza, che ha dato disponibilità soltanto per il 24 giugno: “una risposta assolutamente scandalosa, che non ha tenuto conto del drammatico stato di precarietà in cui si sarebbero venute a trovare le famiglie dei dipendenti”.
Questa risposta ha definitivamente fatto scattare la protesta degli operai, che hanno proclamato lo sciopero almeno fino a giovedì 6 giugno, quando in Prefettura ci sarà l’incontro con i sindacati. “Dopo l’incontro di giovedì valuteremo la situazione insieme ai nostri legali, faremo di tutto per tutelare i lavoratori della Zentrum” aggiunge Piero Canepa della Filcam Cgil.
Intanto proprio nella giornata di ieri il consulente della concessionaria ha consegnato in Tribunale il cosiddetto “concordato in bianco”, procedura prevista dalla legge Fornero che concede alle aziende in crisi 60 giorni di tempo per presentare un piano industriale che giustifichi lo stanziamento degli ammortizzatori sociali richiesti . A peggiorare ulteriormente la situazione c’è però l’incertezza degli stipendi: infatti con l’accettazione da parte del Tribunale del concordato, “i dipendenti rischiano di vedere saltare lo stipendio del mese di maggio, che viene pagato nei primi giorni del mese successivo”, aggiunge Moduzzi della Uil TuCs. Per i 56 dipendenti delle filiali di Alessandria, Asti e Tortona (visto che la sede di Novi Ligure aveva già chiuso) che da lunedì resteranno a casa in “ferie forzate”, e per i loro rappresentanti sindacali, la lotta è appena iniziata.