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    Eleonora Scafaro - Redazione giovani Alessandria - redazione@alessandrianews.it  
    8 Giugno 2013
    ore
    00:00 Logo Newsguard

    Sport e doping: un binomio letale

    Al comune di Casalcermelli un incontro sulle nuove dipendenze

    Al comune di Casalcermelli un incontro sulle nuove dipendenze

    ALESSANDRIA – Tanti i giovani e le famiglie che giovedì sera hanno partecipato a “Performance Pericolosa”, incontro sull’uso di sostanze dopanti, problema in forte aumento tra i più giovani.
    L’evento si è tenuto presso la sala Consiliare del Comune di Casalcermelli, e fa parte del ciclo “New Addiction”, nell’ambito del progetto “Giovani&Informati2”, incontri per famiglie con educatori, istruttori socio – culturali, operatori sanitari e socio –assistenziali e istruttori sportivi.
    La serata è stata presentata dal sindaco e dal vice-sindaco di Casalcermelli, Enrico Bastianino e Francesco Zanino.

    All’incontro era presente il dottor Michele Pezzana, relatore, specialista in Geriatria e iscritto alla Federazione Medico Sportiva Italiana, dal 2003 è medico prelevatore antidoping e ha partecipato a numerose manifestazioni professionistiche e dilettantistiche come prelevatore tra cui le Olimpiadi 2006, i campionati di scherma del 2006 a Torino, le Universiadi Invernali 2007 e i mondiali militari invernali 2010 in Valle D’Aosta. Attualmente è prelevatore per i campionati professionistici di calcio, calcio a cinque, basket e di sport dilettantistici come canoa, pallanuoto e ciclismo.

    ‘Sono contento che questa sera ci sono ragazzi che praticano attività sportive – ha detto il vice sindaco Francesco Zanino. A questo incontro si farà formazione e informazione sullo sport e sull’uso di sostanze dopanti; è importante insegnare a praticare sport senza utilizzare sostanze proibite. È una serata a tema, partita dal progetto “Giovani&Informati”. Sono incontri con argomenti di una attualità stringente, che affrontano tutti gli aspetti dei disagi giovanili’.

    Il dottor Pezzana ha, poi, illustrato, attraverso alcune foto, il suo percorso da ‘medico prelevatore”; si è avvicinato al mondo dello sport casualmente, e nel 2004 è diventato il suo secondo lavoro: ‘Ho sempre fatto sport, ma a livello amatoriale. Quando ho iniziato questo percorso ho potuto capire come il doping domini il mondo sportivo, sia dilettantistico che agonistico. Il termine doping deriva dal verbo “to dope” che significa “drogarsi”. Alcuni sostengono che derivi da “dop”, sostanza che gli Zulù bevevano per rafforzare le loro prestazioni fisiche nella tribù”.
    Pezzana ha spiegato che il doping ha un’origine antichissima. Già nella Magna Grecia e tra gli Atzechi esistevano sostanze per migliorare le prestazioni fisiche.

    Il primo caso accertato di doping si è registrato nel 1886: era un miscuglio di varie sostanze e di eroina. Il primo controllo antidoping è stato effettuato dopo la seconda mondiale e il vincitore della maratona del 1904 utilizzò un miscuglio di sostanze per migliorare la prestazione sportiva. Con il passare del tempo e l’aumento di abuso di sostanze dopanti, arrivano anche i primi morti. Nelle olimpiadi del 1960 un ciclista morì durante una gara e da lì nasce l’esigenza di effettuare sempre più controlli. Nel 2000, poi, in Italia viene promulgata una legge che si pone come obiettivo non solo la lotta contro il doping, ma anche la tutela della salute degli atleti. Occorre, perciò, capire che il doping crea un danno fisico enorme e, in alcuni casi, anche la morte.

    “Le sostanze dopanti sono tantissime: le anfetamine, la cocaina, il bambuterol. Poi ci sono quelle blande come la caffeina – una volta anche la Redbull era considerata dopante perché contiene la taurina che è un eccitante -, la coca cola, l’efedrina o farmaci per asma e bronchite, poi metadone, eroina ecc. – ha continuato il dottor Pezzana. Esistono, poi, gli steroidi e gli anabolizzanti che sono tutti derivati del testosterone. Sono molto spesso usati dalle atlete perché aumentano massa muscolare e creano problemi gravissimi perché cambiano il ciclo mestruale e possono provocare tumori al fegato. Poi ci sono i diuretici che coprono la presenza di altri farmaci’.
    Al momento le sostanze dopanti più utilizzate sono gli ormoni della crescita e l’Epo perché aumentano i globuli rossi nel sangue e permettono di vincere la fatica. Poi c’è il doping ematico, ovvero la trasfusione di sangue ossigenato con sostanze dopanti che viene iniettato nell’organismo.

    Anni fa anche la creatina è stata nel mirino. Ricordiamo il caso Juventus nell’era Lippi, per esempio. Il dottor Pezzana ha riportato il caso dei medicinali per asma e bronchite che sono considerati dopanti per gli individui sani. Nel 2006, infatti, durante le Olimpiadi di Torino, metà degli atleti americani di Hokey erano asmatici. Caso molto strano che dimostra che anche i soggetti sani mentono sulla salute per potere usare queste sostanze illegalmente.

    La salute, ormai, passa in secondo piano. Ciò che conta è vincere e far girare soldi, molti soldi nel mondo dello sport. A questo proposito, un caso emblematico è quello del ciclista americano Armstrong, atleta amatissimo che ha vinto sei Tour de France e che poi è stato “accantonato” appena è scoppiato il caso doping.

    ‘Il problema è che gli atleti sono incapaci di affrontare la vita reale – ha concluso il dottor Pezzana -, diventano schiavi della propria attività e hanno problemi psicologici. Nel ciclismo, tutti gli atleti sono dopati. Il caso di Pantani è significativo. Queste persone non sono capaci di entrare nel mondo reale. Lo sport deve essere fatto per divertimento. Gran parte degli sport ormai sono legati alla prestazione fisica, non più la tecnica.
    Io mi rivolgo ai ragazzi: state molto attenti, il doping vi rovina, è pericoloso e vi distrugge il fisico’.

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