La prima “Maggiolina”
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La prima “Maggiolina”

Il pittore Guido Botta e la nascita della prima galleria d’arte alessandrina

Il pittore Guido Botta e la nascita della prima galleria d’arte alessandrina

MemoriALE – In questa seconda parte della sua intervista, la signora Maria Elena ci racconta di suo marito, il pittore Guido Botta. Noto per i suoi paesaggi di Langa, e per questo soprannominato come “il pittore di Bossolasco”, Botta fu attivo in Alessandria dove fu anche insegnante di disegno alla scuole medie (terminò la sua carriera alla Cavour). 
Diplomatosi all’Accademia Albertina di Torino (seppur con tutti i disagi della guerra), nei primi anni ’50 inizia a frequentare lo studio del pittore Cesare Maggi, che fu suo maestro ed amico e lo introdusse all’arte del ritratto.
Con altri pittori alessandrini (A. Canestri, F. Sassi, P. Scapparone, G. Taddei, P. Vignoli) costituisce il gruppo “Pellizza da Volpedo” e nel 1954, con alcuni amici, apre la prima galleria d’arte in Alessandria, “la Maggiolina”. Diretta da lui, nei primi anni di attività la galleria ospita mostre di artisti prestigiosi come Sassu, Castrati, Rosai, Soffici, De Grada, Fabbri e Biancini.
Lui invece espone le sue opere a Roma, Milano, Torino, oltre che ovviamente in Alessandria. Nel 1965 per approfondire la conoscenza dell’ambiente langarolo apre uno studio a Bossolasco, dove soggiorna per periodi più o meno lunghi dipingendo anche i personaggi tipici della zona (contadini, cercatori di funghi, cacciatori, ecc…).
La moglie ricorda di quando molti quadri che erano stati esposti con successo in una personale ad Alba furono sommersi dalle acque del Tanaro durante l’alluvione del 1994. Botta si dedicò ad un estenuante lavoro di restauro, nel tentativo di salvare il salvabile, dal momento che molte opere erano andate definitivamente distrutte. I frutti di questo faticoso lavoro vennero esposti due anni dopo a Santo Stefano Belbo, nella casa di Cesare Pavese.
Di lui il critico Pier Angelo Soldini scrisse “Le Langhe… sono un po’ come lui, gli assomigliano nel candore e nella scontrosità. Per capirle bisogna avere pazienza, amore: bisogna superare una certa resistenza, rompere una scorza”.
 

 

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