La crisi non risparmia la Baglietto
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Redazione - redazione@ilnovese.info  
2 Dicembre 2013
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La crisi non risparmia la Baglietto

Sono a rischio i 71 dipendenti dell'azienda insediata in strada Castel Gazzo. L'industria soffre lo stallo e la contrazione del mercato internazionale dell'acciaio e della metallurgia

Sono a rischio i 71 dipendenti dell'azienda insediata in strada Castel Gazzo. L'industria soffre lo stallo e la contrazione del mercato internazionale dell'acciaio e della metallurgia

NOVI LIGURE – La crisi non risparmia neppure una consolidata azienda come la Baglietto insediata in strada Castel Gazzo. I depositi aziendali occupano 160 mila metri quadrati, di cui 46 mila di superficie coperta e offre lavoro a 71 dipendenti, oggi a rischio, a causa della contrazione dei mercati internazionali. Questo mese per circa la metà è scattata la cassa integrazione in deroga, ma la preoccupazione di tutti è che al termine dell’applicazione degli ammortizzatori sociali, possano scattare i tagli occupazionali.

La Baglietto Marine Steel soffre dunque lo stallo dell’acciaio e della metallurgia in genere. Si occupa fin dal 1800 (quando fu fondata dal capostipite Giuseppe Baglietto) di produzione e commercializzazione di componentistica navale, settore di cui è stata a lungo leader. Uno degli ultimi grandi lavori della Baglietto, è stato l’impegno profuso per il riequilibrio della Costa Concordia all’isola del Giglio. In questa occasione l’azienda novese fu contattata dalla Fincantieri per la fornitura di travi saldate, necessarie alla costruzione dei “cassoni” che hanno raddrizzato la Concordia.

Si parla di mille tonnellate di acciaio, per un valore di circa un milione e mezzo di euro, a cui si sono aggiunte altre 500 tonnellate di barrame, per un importo di circa 400 mila euro. “La nostra società ha registrato negli ultimi anni un calo del fatturato – rispondono e confermano dalla Baglietto – I motivi sono determinati dalla crisi del settore e da un calo dei prezzi. In-dubbiamente il settore è entrato in difficoltà a causa della concorrenza dei paesi terzi. Tuttavia da parte nostra abbiamo avviato un piano di ristrutturazione che prevede il ricorso della cassa integrazione, ma ci stiamo impegnando per ritrovare una fetta di mercato. Ci auguriamo un indebolimento dell’euro per rafforzare l’esportazione”.

“Seguiamo la situazione della Baglietto – dice Antonio Bordon della Fim-Cisl provinciale – che riteniamo assai critica, anche se dall’azienda abbiamo trovato disponibilità. La storia è sempre la stessa: crisi di mercato e banche che non rispondono alle richieste imprenditoriali. Sappiamo che molti lavoratori devono ancora ricevere quote di salario. Dopo la cassa integrazione in deroga si passerà alla fase straordinaria e al momento non prevediamo scioperi. Ma vigileremo sul rispetto degli accordi”.

 

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