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    Simonetta Albertelli - redazione@ovadaonline.net  
    16 Gennaio 2014
    ore
    00:00 Logo Newsguard

    Troppi compiti delle vacanze? I genitori si lamentano

    Si ha quasi l'impressione che le insegnanti abbiano necessità di mettersi in pari entro la fine dell'anno e quindi di concludere il programma stabilito con più lavoro a casa

    Si ha quasi l'impressione che le insegnanti abbiano necessità di mettersi in pari entro la fine dell'anno e quindi di concludere il programma stabilito con più lavoro a casa

    OVADA – Da dizionario: “Vacanza: periodi di libertà dal lavoro e dagli obblighi scolastici in coincidenza con festività, turni di riposo o altre circostanze”. A questo proposito risulta della stessa idea chi ha inviato in redazione la lettera che segue: “Alle maestre elementari di Ovada… non tutte. Sono la mamma di un bambino di 9 anni, che frequenta il “tempo pieno”. Vorrei far rilevare rispettosamente l’inopportunità di caricare di compiti veramente eccessivi gli alunni nel periodo delle vacanze natalizie. Il clima di festa è inficiato dall’incubo compiti. Per questi bambini del tempo prolungato (8 ore di scuola al giorno) le vacanze dovrebbero essere veramente un periodo sereno e di riposo, ma purtroppo così non è e ciò può portarli ad odiare la scuola. Certa che capirete il mio punto di vista, cordialmente saluto”.

    Tempo pieno o no, la mamma in questione non è l’unica a lamentarsi per un eccesso di compiti durante le pause scolastiche. “Nel nostro caso- testimonia Andrea, genitore in un paese limitrofo- i guai arrivano nelle vacanze pasquali. Meno tempo a disposizione, in genere durano una settimana o poco più, e più compiti. Si ha quasi l’impressione che le insegnanti abbiano necessità di mettersi in pari entro la fine dell’anno e quindi di concludere il programma stabilito con più lavoro a casa. Un po’ come se noi adulti passassimo le ferie a rivedere o perfezionare la nostra professione, senza staccare mai la spina”. Si mette sulla difensiva, invece, Giovanna, maestra in pensione “I tempi sono cambiati.

    E lo è anche il ruolo delle insegnanti che prima avevano il potere decisionale. Negli ultimi anni i genitori hanno cominciato ad interessarsi a questioni che competono loro solo marginalmente, creando problemi a chi, di fatto, cerca di svolgere al meglio il proprio lavoro. I bambini dovrebbero essere continuamente stimolati, soprattutto nel periodo delle elementari, quando i compiti a casa possono essere presentati come gioco”. L’alternativa sembra arrivare da Laura, mamma ed insegnante alle superiori, completamente  d’accordo con il ministro dell’istruzione Maria Chiara Carrozza che ha proposto, poco prima della pausa natalizia, di dare ai ragazzi libri da leggere in sostituzione ai compiti “Questo serve per fornire loro una maggiore consapevolezza della cultura e, al tempo stesso, un momento di evasione importante per la crescita”.

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