Ricostruzioni craniche: una proposta di trattamento multidisciplinare
Venerdì 14 marzo lincontro scientifico con professionisti ed esperti da tutti Italia presso lAzienda Ospedaliera di Alessandria
Venerdì 14 marzo l?incontro scientifico con professionisti ed esperti da tutti Italia presso l?Azienda Ospedaliera di Alessandria
Il dottor Barbanera spiega infatti: “In una percentuale variabile dei traumi cranici, tra il 10 e il 15%, a causa dell’ematoma e del danno post-traumatico è possibile si manifesti un gonfiore o un accumulo di fluidi all’interno della scatola cranica (ipertensione endocranica); in questi casi, una soluzione per evitare ulteriori danni, è rimuovere parte della calotta cranica per dare spazio al cervello compresso e sofferente. Successivamente è necessario chiudere e ricalottare la scatola cranica, per proteggerne il contenuto e per favorire il recupero funzionale del paziente. Ricordo che stiamo parlando di pazienti in terapia intensiva, sedati, in gravissime condizioni. Queste scelte non dovrebbero essere solo del neurochirurgo, ma dall’intero staff multidisciplinare che ha preso in carico la persona, affinché il protocollo terapeutico sia condiviso e il processo decisionale sia coordinato, proprio per favorire il miglior recupero possibile”.
Gli argomenti che saranno affrontati durante l’evento saranno quindi quando chiudere ma anche come effettuare la cranioplastica, in quanto spiega ancora il dottor Barbanera: “È possibile utilizzare lo stesso osso del paziente, precedentemente inviato alla Banca dell’Osso. Altrimenti le moderne tecnologie ci aiutano con protesi altamente innovative: esistono protesi di materiali biologicamente attivi come la ceramica (idrossiapatite) oppure biologicamente non attive come la resina acrilica. Anche questo sarà oggetto di dibattito”. Il corso, presieduto dal dottor Franco Servadei, responsabile della Neurochirurgia di Parma-Reggio Emilia, avrà inizio alle 10.30 e si terminerà alle 18.15.