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Arquata: 177 mila euro di penale per la piscina
La Edil Contact, costruttrice dell'impianto da 2,6 milioni per conto del Comune, costretta a pagare per i difetti emersi nella struttura: crollo della controsoffittatura, cedimenti nei pavimenti, intonaco fiorito
La Edil Contact, costruttrice dell'impianto da 2,6 milioni per conto del Comune, costretta a pagare per i difetti emersi nella struttura: crollo della controsoffittatura, cedimenti nei pavimenti, intonaco fiorito
ARQUATA SCRIVIA –
La Edil Contract, impresa di Roma che ha realizzato la piscina di Arquata Scrivia, paga una penale da oltre 177 mila euro al Comune.
L’impianto, costato circa 2,6 milioni di euro, è stato aperto lo scorso anno dopo diversi rinvii ma i collaudi finora eseguiti sull’edificio e sulla struttura in genere non sono ancora considerati ammissibili dall’ufficio tecnico del Comune, ente committente dell’opera. Il motivo riguarda una serie di difetti riscontrati, come crepe sui muri interni ed esterni, cedimenti nella pavimentazione, fioriture nell’intonaco, distaccamento di coppi sul tetto. Non solo: nei locali si è verificato anche il crollo della controsoffittatura poiché il recuperatore di calore è stato montato erroneamente, sempre secondo il Comune. Nell’ottobre scorso si sono inoltre verificate alcune infiltrazioni di acqua piovana. Problemi anche nell’area esterna, dove le piante non hanno attecchito e il prato non stato mantenuto come previsto.
Il Comune ha incaricato l’avvocato Giuseppe Greppi dello studio Monti di Casale Monferrato per avere un supporto legale nella vicenda e altrettanto ha fatto l’impresa romana con un altro legale.
Una situazione che ha spinto l’amministrazione comunale a richiedere il pagamento della penale, decurtando la cifra dalla somma ancora dovuta alla Edil Contract per i lavori eseguiti.
“Il mancato ok ai collaudi – spiega il vicesindaco e assessore ai lavori pubblici Franco Bisignano – non ha alcuna conseguenze sull’agibilità e quindi l’utilizzo della piscina, che infatti non ha subito intoppi nella sua attività”.
L’impianto è gestito dalla Aquarium, già gestore delle piscine di Novi Ligure e Ovada. Sul tetto installati una serie di pannelli fotovoltaici.
L’impianto, costato circa 2,6 milioni di euro, è stato aperto lo scorso anno dopo diversi rinvii ma i collaudi finora eseguiti sull’edificio e sulla struttura in genere non sono ancora considerati ammissibili dall’ufficio tecnico del Comune, ente committente dell’opera. Il motivo riguarda una serie di difetti riscontrati, come crepe sui muri interni ed esterni, cedimenti nella pavimentazione, fioriture nell’intonaco, distaccamento di coppi sul tetto. Non solo: nei locali si è verificato anche il crollo della controsoffittatura poiché il recuperatore di calore è stato montato erroneamente, sempre secondo il Comune. Nell’ottobre scorso si sono inoltre verificate alcune infiltrazioni di acqua piovana. Problemi anche nell’area esterna, dove le piante non hanno attecchito e il prato non stato mantenuto come previsto.
Il Comune ha incaricato l’avvocato Giuseppe Greppi dello studio Monti di Casale Monferrato per avere un supporto legale nella vicenda e altrettanto ha fatto l’impresa romana con un altro legale.
Una situazione che ha spinto l’amministrazione comunale a richiedere il pagamento della penale, decurtando la cifra dalla somma ancora dovuta alla Edil Contract per i lavori eseguiti.
“Il mancato ok ai collaudi – spiega il vicesindaco e assessore ai lavori pubblici Franco Bisignano – non ha alcuna conseguenze sull’agibilità e quindi l’utilizzo della piscina, che infatti non ha subito intoppi nella sua attività”.
L’impianto è gestito dalla Aquarium, già gestore delle piscine di Novi Ligure e Ovada. Sul tetto installati una serie di pannelli fotovoltaici.