La Movida cittadina si sgonfia, chiude anche lo storico Saint Paul
Teatro ancora da finanziare. Senza cinema da anni. Ora Novi perde anche lunica discoteca. Spiega il proprietario, Fabrizio Stasi: "non abbiamo mai visto, nellarco di 12 mesi, la flessione avvenuta nel 2013. Ma non darei la colpa alla crisi. Forse è stato un errore da parte nostra affidare lattività"
Teatro ancora da finanziare. Senza cinema da anni. Ora Novi perde anche l?unica discoteca. Spiega il proprietario, Fabrizio Stasi: "non abbiamo mai visto, nell?arco di 12 mesi, la flessione avvenuta nel 2013. Ma non darei la colpa alla crisi. Forse è stato un errore da parte nostra affidare l?attività"
Per il teatro Marenco, al momento si registrano solo false partenze e c’è mistero sulla gara appalto (e sui soldi che il Comune dovrebbe versare). Novi adesso rimane anche senza discoteca, visto che il Saint Paul ha chiuso dopo quarant’anni di attività. Anche in questo caso un’altra promessa, un “arrivederci” all’autunno (forse).
Improvvisamente il Saint Paul chiude i battenti alla fine di dicembre 2013. Solo oggi si scopre che i titolari hanno revocato l’affidamento ai gestori, “rimasti in carica” meno di un anno. Una chiusura in sordina, proprio nel centro storico dove sopravvivono ancora gli ultimi locali. Ma si potrà parlare ancora di “movida” a Novi? Con questo ritmo di chiusure, come sarà l’estate dei novesi? Le prospettive non sono rosee neppure per i mesi più freddi.
Cosa sia accaduto allo storico Saint Paul lo spiega il proprietario, Fabrizio Stasi: “Dopo vent’anni di gestione non abbiamo mai visto, nell’arco di 12 mesi, la flessione avvenuta nel 2013. Ma non darei la colpa alla crisi. Forse è stato un errore da parte nostra affidare l’attività, ma credevamo che gli affittuari da noi selezionati, che vantano comunque esperienza nel campo dei locali notturni, potessero essere le persone giuste. Certo non è mai capitato di vedere in quarant’anni il Saint Paul chiuso in questi tempi, addirittura da dicembre. Probabilmente nel nostro gruppo era subentrata la voglia di cedere l’attività per dedicarci ad altro, d’altronde nella vita si cambiano stili e motivazioni”.
Rimane però ancora aperta una finestra che potrebbe passare da una ulteriore nuova gestione. Ma a partire da ottobre. Però si parla anche di un ritorno della precedente proprietà, formata da Sergio Scarano, Fabrizio Stasi e Paolo Moncalvo. “Tornare nuovamente a gestire il Saint Paul? – si chiede Stasi – Per adesso diciamo solo che Novi non può rimanere senza cinema e senza una sola discoteca. Essendo noi dei commercianti, non possiamo permettere che la città continui nella strada del “dormitorio”. Se torneremo? Ci penseremo in autunno valutando i tempi che corrono. Intanto vogliamo dare l’arrivederci ai clienti con quattro serate speciali in primavera”.
Aperta nel 1978 dal noto pasticcere novese Mario Lasagna, fu rilevata pochi anni dopo da Paolo Marchelli che trasformò il locale di via Basso, nel cuore del centro novese, in un night che con classe e musica scelta animò, al fianco di un altro storico locale, il Revival di Gigi Santi, la vita notturna cittadina. Qui si esibirono infatti, tra gli altri, grandi jazzisti del calibro di Chet Baker e Romano Mussolini verso la fine degli anni Settanta, ponendo quindi la musica afroamericana in un ruolo preminente quando all’epoca imperava la nella maggior parte dei locali la disco music senza pretese.