I Lodron nella storia del Monferrato
Sabato 14 giugno a Morsasco la conferenza dedicata alle vicende della famiglia trentina Lodron che nel XVI secolo giocò un ruolo fondamentale in Monferrato. Sabato e domenica le visite guidate al Castello
Sabato 14 giugno a Morsasco la conferenza dedicata alle vicende della famiglia trentina Lodron che nel XVI secolo giocò un ruolo fondamentale in Monferrato. Sabato e domenica le visite guidate al Castello
Ma come erano arrivati i Lodron in Monferrato? A seguito dei primi studi condotti da Gian Luigi Rapetti Bovio della Torre e poi approfonditi dal Centro Studi Judicaria Tione di Trento e dall’Associazione “Il Chiese” di Storo nelle persone di Gianni Poletti e Roberto Codroico, sappiamo che Giovanni Battista Lodron appartiene al ramo di Castel Lodrone. Presumibilmente nel 1522, sposa Violante Malaspina che porta in dote i feudi di Morsasco, Orsara Bormida, Grognardo, Cavatore e Castagnole. Violante è figlia di Giovanni II Malaspina di Morsasco e di Tomasina, figlia di Barnaba Adorno, doge di Genova. Con questo sposalizio si chiude il periodo dei Malaspina a Morsasco che era iniziato nei primi anni 20 del 1200 con le nozze di Agnese del Bosco e Federico Malaspina, padre di Tommaso, a cui si devono gli Statuti di Morsasco. Giovanni Battista era giunto in Monferrato con le truppe imperiali di Carlo V e un esercito di Lanzichenecchi. Parteciperà attivamente a tutte le guerre che si terranno in Monferrato, Piemonte e Lombardia dove recupera per l’Impero territori e città: sappiamo che tra i molti luoghi che pone in assedio e che conquista, ci sono il castello di Vignale Monferrato, la città di Tortona e Cassinelle che prese a sacco, Nizza Monferrato e Castel Fubine (l’odierna Fubine) uccidendo e violentando monache e depredando arredi sacri (1527).
Intanto dalla moglie Violante ha avuto 4 figli: Alberico, Ferrante, Margherita e Ginevra. La famiglia, nell’agosto del 1527, è a Bosco Marengo, quando la piazzaforte difesa dal cugino Ludovico viene espugnata dai francesi. Lautrec riconosce il valore militare di Ludovico e gli concede la libertà con la famiglia di Giovanni Battista. Intanto anche quest’ultimo è assediato ad Alessandria, che, con il passaggio di 200 soldati italiani ai francesi, si arrende. Nell’estate del 1530 viene accreditato come nuovo ambasciatore dell’Imperatore a Venezia, presso il Collegio dei Savi. (toglierei il testo in verde perché si tratta di carica della seconda moglie, a cui accennerei sotto: Dal 1522 ricopriva, per l’imperatore Carlo V, il remunerato ufficio di conservatore degli ebrei, al quale spettava amministrare i contenziosi insorti internamente alle comunità ebraiche ma anche contingentare e nominare i banchieri. Nel 1526 è primo colonnello, il Sanudo riferisce che quando il comandante imperiale Alfonso d’Avalos, marchese del Vasto, deve “consultar qualcosa de importantia sente anche il conte Giovan Battista”.
Nel febbraio del 1531 Giovan Battista è in Piemonte dove il Marchese del Monferrato lo investe dei feudi del defunto Giovanni II Malaspina e di Tomasina, genitori di Violante, morta 3 anni prima. Un anno dopo sposa in seconde nozze Caterina Bianca Stampa, vedova del conte Brunoro Petra, maestro di casa di Ludovico il Moro e precettore di suo figlio Massimiliano. Caterina era stata prima dama dell’Imperatore Carlo V ed era la donna più ascoltata del Duca di Milano Francesco II Sforza, il quale medierà direttamente il matrimonio di Caterina con Giovan Battista; unione da cui nascono 2 figlie: Anna e Fetusa. (aggiungeri qui il testo in verde tolto sopra: Dal 1522 Caterina Bianca Stampa ricopriva, per l’imperatore Carlo V, il remunerato ufficio di conservatore degli ebrei, al quale spettava amministrare i contenziosi insorti internamente alle comunità ebraiche ma anche contingentare e nominare i banchieri). Nel 1542 Giovanni Battista è nominato colonnello al servizio del duca di Milano. Si distingue nella guerra Smacaldica delle truppe imperiali contro i principi protestanti. Da lì passa in Boemia dove occupa il castello di Praga.
In quello stesso anno l’ambasciatore veneziano a Vienna scrive che il sessantenne Lodron “è ancora forte, malgrado abbia partecipato a molte guerre, davvero una persona capace”. Muore mentre sta difendendo con le truppe imperiali il castello di Casale Monferrato. Il 2 marzo Giovanni Battista detta il testamento nella casa di suo genero, il marchese Bartolomeo Incisa, marito di sua figlia Fetusa, nel cantone di Brignano della città di Casale. Il Lodron istituisce eredi universali in parti uguali Alberico e Ferrante, figli della prima moglie. Dispone di essere sepolto nella chiesa del Monastero della Santa Croce dei Padri Eremitani di Casale.
Da una nota scritta da Giovanni Battista Nazari, nel 1572, sappiamo che i conti Alberico e Ferrante figli di Giovan Battista abitano solitamente a Morsasco. Alberico aveva combattuto l’anno prima nella battaglia di Lepanto, di Ferrante non si conosce la sorte ma ciò che sappiamo è che a fine del Cinquecento i feudi dei Lodron non avranno più eredi e i castelli ritorneranno alla camera ducale dei Gonzaga. Morsasco, il feudo principale, verrà venduto a Barnaba Centurione Scotto, ricco patrizio genovese che acquisirà il titolo di Marchese di Morsasco e darà inizio ad un’altra importante pagina di storia per il castello.
La conferenza farà luce sulla misteriosa morte di Battista Lodron, nipote naturale di Giovan Battista avvenuta nella notte di San Tommaso d’Aquino del 1603 nella colombaia dei Lodron. A parlarne sarà Gian Luigi Bovio della Torre a seguito di sue nuove ricerche. Oggi, cosa rimane dei Lodron a Morsasco? La struttura cinquecentesca del castello si è sostanzialmente conservata nonostante gli ampliamenti del Settecento. Le teste leonine dei conti Lodron sono ancora bene visibili sulle facciate esterne del castello. La torre così poco monferrina, è così come venne trasformata dai Lodron; sono ancora conservate le famose prigioni del castello. La sala nuova, come viene definita nei documenti del tempo, presenta intatto il magnifico camino che porta le insegne dei Lodron. Qui è ancora conservato quanto rimane di una piastra da camino con lo stemma dell’imperatore Carlo V che tanta parte ha avuto nelle vicende lodroniane.
Al termine della conferenza dalle 18,30 alle 23,30 ci saranno le visite guidate animate Apettando Lodron a cura di Bieffe eventi. Le visite animate proseguiranno anche domenica delle 15 alle 18. Le visite sono a pagamento e su prenotazione al 3297265678 e su www.bieffepi.com.
Per informazioni tel.3343769833
Le notizie storiche sono tratte da “Ludovico l’eroe. I Lodron nella storia europea dei secoli XV e XVI” di Gianni Poletti, Roberto Codroico e Franca Barbacovi, Trento 2011.