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Lucia Camussi - l.camussi@ilnovese.info  
6 Agosto 2014
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Scoprire il fascino dei paesi fantasma: Reneuzzi

In Val Borbera sono molti i villaggi abbandonati, tutti con una storia da narrare. Reneuzzi è stato segnato da una drammatica vicenda. Dal paese parte il sentiero 243, di quattro chilometri, che, attraversando boschi di noccioli e faggete, conduce a Sella Banchiera

In Val Borbera sono molti i villaggi abbandonati, tutti con una storia da narrare. Reneuzzi è stato segnato da una drammatica vicenda. Dal paese parte il sentiero 243, di quattro chilometri, che, attraversando boschi di noccioli e faggete, conduce a Sella Banchiera

CARREGA LIGURE – Un cimitero, qualche rudere, una tragedia famigliare e il mistero legato ad un fantasma. Se agosto si rivela essere noioso dal punto di vista meteorologico, è forse il caso di prendersi il tempo per una bella escursione. Non una qualsiasi, però. Camminando, è possibile scoprire il fascino di alcuni paesi fantasma, come Reneuzzi, anche chiamato Renèuzi, Renèusi o Renéixi in dialetto. Paese che si trova nella parte più remota e meno conosciuta della val Borbera e che non è più abitato dagli anni Sessanta del secolo scorso.
 
La storia di questo piccolissimo borgo è simile a quella di molti altri – vittime silenziose dell’emigrazione degli anni Cinquanta verso le città in cerca di lavoro – fino al 1960, quando di abitanti ne rimangono 4. Davide Bellomo, invaghito della cugina che voleva lasciare il paese, cede alla follia e le spara due colpi di rivoltella. Pochi giorni dopo, punterà l’arma contro di sè, lasciando che il paese si spopoli completamente e dando inizio alla leggenda del fantasma di Reneuzzi.
 
Il paese è raggiungibile partendo da Vegni o da Croso, imboccando quindi prima la provinciale 140 della Val Borbera, poi la provinciale 147 in direzione di Carrega. Da Reneuzzi ha inizio il sentiero 243, una bella escursione che conduce in un’ora e mezza alla Sella Banchiera.  
 
Il sentiero inizia all’altezza della casa circolare di Reneuzzi e passa tra le antiche abitazioni in pietra abbandonate per cui è necessario fare attenzione al fondo sconnesso. Il primo tratto attraversa un bosco misto con begli esemplari di aceri di monte e nocciolo e arriva ad un abbeveratoio abbandonato, per poi proseguire nel bosco. La strada poi si allarga e risale in un fitto bosco di faggi. Più avanti, ancora versanti boscati, per poi scendere al rio Garbando, le cui acque andranno a confluire nel rio Campassi. Si continua a camminare nella faggeta, fino al bivio con il sentiero 243a. Svoltando a sinistra, dopo una salita, si esce dal bosco e si è arrivati al punto panoramico sull’Alta Val Borbera