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    Bici
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    Claudio Pasero - gliamicidellebici Fiab - redazione@alessandrianews.it  
    2 Novembre 2014
    ore
    00:00 Logo Newsguard

    Bici contromano: ad Alessandria no?

    La possibilità per i ciclisti di percorrere in entrambi i sensi alcune strade a senso unico per i veicoli a motore: un provvedimento realizzabile a bassissimo costo già attuato in molte città italiane e in vigore da anni in quasi tutti i Paesi europei

    La possibilità per i ciclisti di percorrere in entrambi i sensi alcune strade a senso unico per i veicoli a motore: un provvedimento realizzabile a bassissimo costo già attuato in molte città italiane e in vigore da anni in quasi tutti i Paesi europei

    ALESSANDRIA – Da un nostro sondaggio tra i ciclisti urbani alessandrini, emerge che pedalare nella nostra città è una corsa ad ostacoli: si combatte quotidianamente con una serie di difficoltà, in parte risolvibili, ma che richiederebbero lungimiranza e anche un po’ di coraggio da parte di chi ci amministra. Tra i problemi spicca la frammentarietà e la mancanza di continuità nei percorsi ciclabili.

    Per dare continuità e coerenza ai frammenti già esistenti non sempre sono necessarie nuove costose infrastrutture: a volte basterebbe una semplice riga gialla in terra per definire una nuova “corsia ciclabile”; in altre situazioni invece la soluzione a portata, che torniamo a proporre, sarebbe l’istituzione – anche ad Alessandria – del “senso unico eccetto bici”, cioè della possibilità per i ciclisti di percorrere in entrambi i sensi alcune strade – con determinate caratteristiche – che sono a senso unico per i veicoli a motore.

    È un provvedimento già attuato in molte città italiane, e in vigore da anni in quasi tutti i Paesi europei, applicabile solo lungo strade con velocità moderata (indipendentemente dalla larghezza della carreggiata), con corsia ciclabile o senza, all’interno di “Zone 30” e “Zone Residenziali”, dove il traffico deve essere il più possibile ridotto e disincentivato.

    Il principio su cui si basa è quello di tutelare e facilitare i comportamenti “normali” e “naturali” di chi utilizza la bicicletta, anziché vietarli costringendo a percorsi più lunghi e “innaturali” nel nome di una presunta maggiore sicurezza. È dimostrato infatti, dalle ormai più che decennali sperimentazioni, che uno dei vantaggi principali del provvedimento è l’incremento della sicurezza, sia per il ciclista che percorre la strada nella stessa direzione dei veicoli a motore, grazie alla riduzione della velocità imposta in un strada di questo tipo, sia per il ciclista che percorre la strada in direzione opposta, che, ai vantaggi della velocità ridotta, aggiunge quello – importante – della maggiore visibilità reciproca tra ciclista ed automobilista: ci si vede arrivare reciprocamente, ci si può guardare negli occhi e quindi anche nelle strade più strette è più facile “darsi il passo”.

    È importante infine sottolineare come il “senso unico eccetto bici” sia realizzabile a bassissimo costo e molto rapidamente (consentendo così una semplice e veloce implementazione della rete ciclabile), e permetta di evitare l’eliminazione degli stalli di sosta, elemento questo che crea solitamente molte polemiche spingendo a volte le amministrazioni a rinunciare alla realizzazione di un percorso ciclabile separato.

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