L’ultimo saluto a Guido Ghisolfi: “il buio non ci impedirà di amarlo”
Un profondo silenzio, nonostante la presenza di migliaia di persone, ha accolto il feretro di Guido Ghisolfi, 58 anni, ieri pomeriggio in piazza del Duomo. Un lungo e composto applauso lo ha accompagnato, al termine della cerimonia celebrata dal vescovo Vittorio Viola e da tutti i parroci della città, nell'ultimo viaggio
Un profondo silenzio, nonostante la presenza di migliaia di persone, ha accolto il feretro di Guido Ghisolfi, 58 anni, ieri pomeriggio in piazza del Duomo. Un lungo e composto applauso lo ha accompagnato, al termine della cerimonia celebrata dal vescovo Vittorio Viola e da tutti i parroci della città, nell'ultimo viaggio
La città di Tortona, il mondo imprenditoriale e politico, gli amici di sempre si sono stretti così, con una presenza significativa e composta, al dolore dalla famiglia di Guido, la moglie Ivana, i figli Andrea, Alessandra, Alberto, Adelaide, il padre Vittorio e la madre Alberta, i fratelli Marco e Anna.
“Anche se il nostro cuore fa fatica a comprendere il momento buio che ha portato Guido a questo gesto estremo, questo non ci impedisce di amarlo“, ha detto il vescovo Viola, ad occhi chiusi, quasi a voler cercare l’ispirazione per trovare le giuste parole.
L’imprenditore Guido Ghisolfi si era tolto la vita martedì scorso, 3 marzo, in una strada isolata di Carbonara Scriva, sparandosi un colpo al volto. “La presenza di questa città, e non solo, oggi – ha proseguito il vescovo – dicono molto su chi era Guido. Ci sono dolori nella vita che ci fanno sentire dispersi, ci tolgono la capacità di pensare, ci paralizzano cuore e mente. Tutti noi sentiamo l’abisso della solitudine e ne restiamo impressionati. A volte cerchiamo parole che possano reggere il peso dell’abisso, ma non le troviamo. C’è la parola del Signore”.
Per l’ultimo saluto all’imprenditore c’era il presidente nazionale di Confindustria Giorgio Squinzi; il presidente degli industriali alessandrini Marco Giovannini; il presidente della Camera di Commercio Gian Paolo Coscia con il predecessore Piero Martinotti; Alessandro Profumo, presidente Monte dei Paschi, in lacrime; il cavalier Flavio Repetto presidente del gruppo Novi-Elah-Dofour; il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino e della Provincia Rita Rossa, i parlamentari della zona Federico Fornaro, Cristina Bargero e Daniele Borioli, tanti amministratori locali, i dipendenti. Non c’era il presidente del consiglio Matteo Renzi, di cui Ghisolfi era stato uno dei primi e più generosi sostenitori. Ha inviato una corona di rose bianche con la fascia tricolore.
Ha cercato parole di conforto per tutti il vescovo Viola, per dare una spiegazione ad una morte improvvisa e inaspettata: “Voglio pensare che Dio abbia voluto svelare a Guido il segreto di qualche polimero che lui ancora non conosceva. Il buio che lo ha portato quest’uomo a compiere un gesto estremo non ci toglie la possibilità di amarlo”.
Era un “innovatore” Ghisolfi, un “visionario”, nell’accezione positiva del termine. Così lo hanno descritto i colleghi del mondo dell’industria. Insieme al fratello Marco aveva preso in mano l’azienda fondata dal padre Vittorio, nel 1953, portandola a essere uno dei principali gruppi italiani del mondo della chimica, con stabilimenti in Italia, Stati Uniti, Brasile. Nel 2004 l’ingegnere acquista la Chemtex Italia con l’obiettivo di fondere insieme la produzione di prodotti chimici con le energie provenienti da fonti rinnovabili di seconda generazione, il bioetanolo.
“L’Italia, e non solo, perde un grande innovatore”, dice Squinzi. “Era un grande amico, una persona stimatissima, abbiamo perso tutti una persona importante”, è il commento del cavalier Repetto.
“Non ci sono parole. E’ innaturale e doloroso che un padre sopravviva al proprio figlio”, commenta Giovannini, rivolgendo il pensiero a Vittorio, fondatore della Mossi & Ghisolfi.
L’ultimo viaggio di Guido l’innovatore avviene sotto lo sguardo protettivo dei figli Andrea e Alberto, che fanno da scudo ai flash dei fotografi. Il feretro non sarà sepolto, ma verrà cremato a Valenza.