Canestrello di Pasqua: un’usanza ovadese
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Canestrello di Pasqua: un’usanza ovadese

Già da diversi giorni ha fatto capolino sulle tavole, e in panetteria, il dolce classico di questi giorni. C'è quello della trazione ma non mancano le rivisitazioni moderne con creme e uvetta

Già da diversi giorni ha fatto capolino sulle tavole, e in panetteria, il dolce classico di questi giorni. C'è quello della trazione ma non mancano le rivisitazioni moderne con creme e uvetta

OVADA – A Natale il panettone e il pandoro, a Capodanno le lenticchie, il 1° maggio fave e salame… è uso comune, ad ogni ricorrenza, associare cibi particolari. Non da meno in questo periodo pasquale, quando la dolcezza è di rigore: uova di cioccolato in testa ma non può mancare la colomba e, non ultima, anche se non da tutti considerata, il canestrello delle palme. Sicuramente saprete di cosa stiamo parlando, di quel dolce ad anello  ricoperto di granelli di zucchero colorati, che spicca nelle vetrine delle pasticcerie e dei panifici proprio in questo periodo dell’anno. L’usanza di preparare la ciambella per la domenica delle palme  è senz’altro antica e il dolce è molto semplice (farina, uova, zucchero e  lievito madre, come vuole la tradizione), ha un sapore gradevole e un profumo particolare.

Un po’ asciutto, affermano alcuni, ma ecco che i pasticceri e i fornai di Ovada e dei paesi limitrofi si sono attrezzati: ad oggi si trovano in commercio ciambelle ripieni di uvetta, marmellate e creme oppure ricoperte di frutta fresca insieme agli immancabili zuccherini. Curiosando un po’ su web scopriamo tuttavia che si tratta di un dolce amato e conosciuto in tutta Italia: a Parma, ad esempio, un’ usanza del dopoguerra voleva che il padrino regalasse al proprio figlioccio una ciambellina rotonda da mettersi al collo dopo la messa delle undici (il dono non durava a lungo e per l’ora di pranzo non rimaneva che un nastrino sguarnito e svolazzante).

In alcune zone del centro Italia e del meridione i bambini formano ancora oggi un colorato corteo portando ramoscelli di ulivo decorati con nastri variopinti e le tipiche ciambelle ricoperte di confetti di zucchero. Alcuni ovadesi hanno ripreso in parte questa usanza, portando con sé il proprio canestrello, come facevano i più anziani, alla benedizione dell’ ulivo, insieme alla palma, in segno di buon augurio.

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