Il metodo Montessori; “ogni bambino è il maestro di se stesso”
In occasione del penultimo appuntamento del Progetto Genitori nella sede di "Cultura e Sviluppo" è stata ricordata la figura di Maria Montessori; con i contributi di Grazia Honnegger Fresco e del professor Carlo Alberti sono stati approfonditi alcuni aspetti del suo metodo educativo, ancora oggi considerato rivoluzionario
In occasione del penultimo appuntamento del Progetto Genitori nella sede di "Cultura e Sviluppo" è stata ricordata la figura di Maria Montessori; con i contributi di Grazia Honnegger Fresco e del professor Carlo Alberti sono stati approfonditi alcuni aspetti del suo metodo educativo, ancora oggi considerato rivoluzionario
ALESSANDRIA – “Bisogna pensare al lavoro con il bambino come se noi adulti apparecchiassimo una bella tavola preparata con cura ed imbandita di cibi e bevande varie e poi lasciassimo che ognuno si servisse liberamente”; questa è una frase di Maria Montessori ed è un’efficace metafora del suo modo d’intendere sin dalla tenera età l’approccio educativo con il bambino. Della Montessori e del suo metodo d’insegnamento si è parlato venerdì 17 nella sede dell’associazione Cultura e Sviluppo nel penultimo appuntamento del ciclo d’incontri del Progetto Genitori, organizzato in collaborazione con il Centro Servizi Volontariato di Alessandria. Figura paradossalmente molto celebrata ed apprezzata all’estero più che in Italia, Maria Montessori fu colei che per prima capì l’importanza dell’osservazione dei modi e del rispetto dei tempi di apprendimento del fanciullo.
Come introduzione al convegno è stata proiettata un’intervista a Grazia Honnegger Fresco (foto a lato), pedagogista ed allieva diretta di Maria Montessori; la Honnegger Fresco ha spiegato come, proprio grazie agli studi della grande educatrice scomparsa nel 1952, si sia capito che “ogni bambino, già nei primi 18 mesi di vita, tende al perfezionamento delle proprie capacità e ad essere parte attiva nelle primissime tappe del suo percorso di vita di base”. Le prime parti del corpo con cui i bambini provano ad entrare in “confidenza” sono ovviamente le mani, che la Montessori ha definito “l’organo dell’intelligenza”. “L’agire è fondamentale, fare le cose con le mani dà la possibilità al bambino di autocorreggersi, di provare e riprovare per migliorarsi – spiega la Honnegger – e ciò lo mette in uno stato di forte concentrazione”. La riproposizione dell’autoapprendimento, quindi, come metodo educativo. Nelle scuole montessoriane il materiale viene messo a disposizione del bambino, che deve usufruirne liberamente; con dei limiti naturalmente, “quali ad esempio dover riporre tutto il materiale utilizzato. In principio l’adulto mostrerà al bambino come si fa, successivamente sarà un compito che egli dovrà portare a termine in modo autonomo”. Per svolgere questi piccoli compiti, però, i bambini hanno bisogno di grande tranquillità; gli insegnanti non devono urlare, non usano toni esasperarti, non comandano, e ad ogni bambino viene concesso tutto il tempo di cui ha bisogno per imparare e per assimilare le dinamiche relazionali e della condivisione dei giochi e degli spazi; “ogni bambino ha il suo tempo e fa le cose come può. Questo metodo permette ai bimbi più prorompenti e dinamici di calmarsi e a quelli più incerti di prendere coraggio e diventare più sicuri”, sostiene Grazia Honnegger Fresco. Durante le fasi di questo fenomeno, chiamato dalla Montessori “società per coesione”, i bambini si aiutano spontaneamente tra di loro e spontaneamente approdano ad una comunità di rapporti, “dimostrando spontanea obbedienza ed adesione alle poche regole date con pacatezza dall’adulto”.
Il professor Carlo Alberti è sociologo, educatore e formatore di insegnanti degli asili nido, da trent’anni pratica, divulgandolo ai futuri maestri, il metodo montessoriano. “I primi tre anni di età sono la base sulla quale andrà a formarsi la personalità dell’individuo adulto. La continua osservazione abbinata alla ricerca scientifica conferma che già nei primissimi anni di vita i bambini hanno a loro disposizione capacità straordinarie”. Il metodo montessoriano valorizza il processo di apprendimento più che il suo risultato, un processo che in ogni bambino ha tempi e modi differenti. “E’ il bambino che deve comunicare cosa lo interessa in quel momento – afferma Alberti – e l’adulto deve solo seguirlo dentro un contesto formato da poche e semplici regole, perché, come diceva la Montessori, ogni bambino è maestro di se stesso”.
Le prime separazioni, inoltre, devono avvenire con tempistiche molto dilatate, perchè in tenera età ogni passaggio, ogni cambiamento, è un trauma; infatti il professore spiega che “se l’esperienza delle prime separazioni è ben gestita e tollerata sarà più semplice affrontare i successivi distacchi”. Se ai bambini viene dimostrato rispetto essi impareranno a rispettare, e non va negata loro la libertà di scelta, perché “i bambini non hanno bisogno degli adulti per scoprire il mondo, perché il mondo lo scoprono giocando”.
La testimonianza dell’educatrice Sara Toson della cooperativa “Semidisenape”, ha ulteriormente confermato quanto sia ancora clamorosamente attuale il metodo Montessori, e come si continuino a riscontrare gli straordinari effetti e risultati prodotti da questo diverso modo di approcciarsi all’insegnamento e all’educazione dei più piccoli.