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    Claudia Pessarelli - redazione@alessandrianews.it  
    11 Luglio 2015
    ore
    00:00 Logo Newsguard

    Italia – Usa: mamme a confronto

    Chiamami mamma e Call me mom. Perché i bambini americani non fanno mai capricci? Mamme italiane e americane: la differenza si vede già dalla gravidanza. E poi ci sono le mamme italiane trapiantate negli Stati Uniti...

    Chiamami mamma e Call me mom. Perché i bambini americani non fanno mai capricci? Mamme italiane e americane: la differenza si vede già dalla gravidanza. E poi ci sono le mamme italiane trapiantate negli Stati Uniti...

    OPINIONI – In vena vacanziera non voglio aggiungere alle vostre pene alle prese con afa e zanzare, temporali monsonici e magari niente vacanze estive e questo mese non vi tedierò con un’opinione troppo seria. Invece voglio parlarvi di piccole manie e, con un po’ di ironia, vorrei parlarvi delle mamme italiane e delle mamme americane… e anche di una terza categoria: la mamma italiana trapiantata in Usa, di cui io rappresento un esemplare.

    Le differenze tra le mamme italiane e le mamme americane si vedono già alla nascita del pargolo, anzi molto prima: già in gravidanza! Le differenze essenziali durante la gravidanza sono due. In Italia che io sappia si fanno in media 2- 3 ecografie, in Usa una nelle prime settimane, poi basta. Dopo ti misurano la pancia con un metro tipo da sarta e se la pancia cresce, vuole dire che cresce anche il bambino e arrivederci alla prossima visita.

    Negli Usa durante la gravidanza nessun medico ti dice: “Signora si fermi: se mangia così diventerà una portaerei!” : me la sono goduta senza pensare al domani, sono diventata una portaerei felice, ma ci ho messo un bel po’ a tornare a quella che ero prima. Probabilmente in Italia mi avrebbero consigliato un regime alimentare, negli Usa quello non viene contemplato (anche perché non sarebbe politically correct da parte del medico dare della portaerei ad una donna incinta), a meno che non ci siano problemi di diabete gestazionale o di pericoli per il feto. Non pensate che non ci siano cure prenatali, è che tutto è molto rilassato: la gravidanza è vissuta normalmente e le donne vanno al lavoro fino agli ultimi giorni, prima di partorire. Generalmente ci sono al massimo solo 12 settimane di permesso per la maternità e non sono pagate, comunque vengono prese e le neomamme lavoratrici preferiscono avere più tempo dopo il parto a casa con il neonato che prima, se stanno bene.

    Quando si porta a casa il fardello di gioia (bundle of joy, come viene chiamato) ecco che le differenze diventano ancora più evidenti. I neonati non vengono pesati prima e dopo la poppata, anzi proprio la bilancia pesaneonati qui non la vendono. Niente viene sterilizzato, lo sterilizzatore non viene proprio considerato. Quando l’avevo chiesto al dottore, mi aveva detto che queste cose si trovano in commercio, ma vengono “prescritte” solo se il bambino è prematuro e quindi a rischio. Certo che si va dal pediatra molto, molto spesso (non ho termini di paragone con l’Italia, so che i bambini qui negli Usa vengono portati dal medico anche se il piccolo è malato perché il pediatra non fa mai visite a domicilio). Lavare tutine e cose dei bimbi separatamente da quelle degli adulti? E quando mai?

    E poi, cosa manca assolutamente del guardaroba di ogni americano di ogni età? La canottiera o maglietta della salute: l’idea del colpo d’aria e del “ti ammali se prendi freddo alla pancia” e` tutta farina del nostro sacco italico. Cosi` succede che vedi genitori che prendono in braccio bimbi e tirandoli su, a -10 °C in inverno gli si scopre pancia e schiena e tu pensi a tutte le raccomandazioni che le mamme italiche fanno: “Ti sei messo guanti cappello sciarpa scarponcini giacca pantaloni?” e che probabilmente avresti fatto anche tu, se non fosse che ti sei vista arrivare a casa tua bambini in pigiama ed infradito in pieno inverno e ti rilassi, che qualsiasi cosa in più tu possa fare è sempre meglio.

    Il rapporto tra madri e figli poi parte da presupposti diversi. In Italia c’è il leit motif: “Stai attento che cadi!”, il bambino cade: “Ecco, te lo avevo detto che cadevi!” Negli Usa: niente. Il bambino cade, allora la madre tira fuori dalla borsa capiente l’ospedale da campo, dotato di salviette che vengono usate per pulire eventuali ferite o per lavare la faccia moccolosa dopo il pianto, pomata antibiotica, cerotti, un succo di mela (onnipresente) e varie ed eventuali. Efficienza e silenzio, nessuna recriminazione.

    I bambini americani non fanno mai capricci, perché? Me lo sono domandato anch’io e sono giunta alla conclusione che non ho mai sentito dire un no dalle mie conoscenze ai loro figli. Dotate di santa pazienza, spiegano e mai e poi mai, neanche un buffetto! Sarebbe da denuncia… io ho il no facile..ancora ora, ma ho imparato bene e da subito che usare le mani non è proprio considerato un metodo educativo valido.

    Moltissime mamme americane, se appena possono, stanno a casa dal lavoro per crescere i figli e ritornano a lavorare quando i bambini vanno a scuola e con orari flessibili, di solito lavorano nelle ore in cui i figli non sono a casa. Finché hanno i figli a casa, (o quando hanno…) le mamme americane si annullano. Sono al servizio completo della prole, ma in un modo diverso da quello che potreste pensare. Se le pensate a cucinare manicaretti di qualità per i figli vi sbagliate. La maggior parte delle mamme americane non cucina mai!

    La dieta dei bambini spazia a chicken nuggets (palline di “pollo” macinato di dubbia origine) e patatine fritte di Mc Donald ai cubetti di formaggio e verdure crude, per le più virtuose. Cottura ed impegno: zero assoluto. In compenso sono intrattenitrici indefesse e le loro automobili (solitamente minivan) sembrano case a quattro ruote, dove si trova di tutto. Non invitano bimbi a casa, ma vanno fuori con le altre madri e stuoli di mocciosi a fare i “play date”. Può essere la biblioteca, il museo, lo zoo: si muovono in branco e solitamente hanno molti più figli di noi italiane.

    Praticità, pochi fronzoli, niente attenzione nel vestire (e anche costi molto bassi per vestire i bambini), le mamme americane non si lamentano mai e soprattuttto non si autocelebrano. Non ho mai ascoltato storie di parti epici, discorso molto frequente invece tra donne italiane in età fertile, ma non ho mai neanche sentito mettersi su un piedistallo pensando di avere tutte le ragioni di questo mondo. Vivono e lasciano vivere e non mettono mai i loro marmocchi in competizione con gli altri”. Mio figlio va benisssssssimo a scuola, ha tutti 9 e 10”. “Mia figlia lei sarà la futura Samantha Cristoforetti, sa ha preso nooove di scienze… diventerà il prossimo premio Nobel”. Questo non lo direbbero mai dei propri figli. E questo atteggiamento lo riflettono sui propri figli, che crescono senza tirarsela. Non c’è competizione? Eccome c’è: la scuola è molto competitiva, ma i genitori se ne stanno fuori e i ragazzi sembrano tutti uguali. Non lo so, ma secondo me questo è solo un bene per tutti.

    Mi sembra che questo atteggiamento faccia anche bene ai ragazzi che si sentono più liberi e meno dipendenti dai genitori, che comunque li lasciano andare a volare con le loro ali (magari cadendo, sbattendo il muso e rimettendosi in piedi da soli) molto prima dei genitori italiani.

    Da quanto ho scritto si potrebbe pensare che adoro le mamme americane e sto alla larga dalle mie connazionali. Beh…calma! Le amicizie che si formano tra italiane rimangono per tutta la vita, quelle tra la maggior parte delle madri americane sono totalmente dipendenti dalla scuola o dalle attività dei figli. Basta che i figli non si frequentino più e le amicizie tra le madri si sciolgono come neve al sole, molto raramente sopravvivono. Noi italiane saremo pure un po’ estreme e piene di opinioni, ma oltre che mamme rimaniamo pure donne ed i nostri rapporti sono pieni di sfaccettature: parliamo di tutto e se troviamo delle persone con cui ci troviamo bene i figli diventano parte del rapporto, ma non il centro.

    E le mamme italiane all’estero? Danno un colpo al cerchio e uno alla botte, mediando gli eccessi e trovando un giusto mezzo… che raggiunge la perfezione… (cos’è questo coro di booooo???).

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