Guardare i numeri dal globale al locale: niente panico
La popolazione mondiale fino al 1800 è cresciuta molto lentamente: da circa 10 milioni di persone 12 mila anni fa fino a 1 miliardo nel 1800. Dal 1800 con la rivoluzione industriale la popolazione è aumentata esponenzialmente fini ai 7 miliardi attuali. Quindi verso il futuro si andrà verso una crescita incontrollata e quindi insostenibile?
La popolazione mondiale fino al 1800 è cresciuta molto lentamente: da circa 10 milioni di persone 12 mila anni fa fino a 1 miliardo nel 1800. Dal 1800 con la rivoluzione industriale la popolazione è aumentata esponenzialmente fini ai 7 miliardi attuali. Quindi verso il futuro si andrà verso una crescita incontrollata e quindi insostenibile?
La popolazione mondiale fino al 1800 è cresciuta molto lentamente: da circa 10 milioni di persone 12 milla anni fa fino a 1 miliardo nel 1800. Dal 1800 con la rivoluzione industriale la popolazione è aumentata esponenzialmente fini ai 7 miliardi attuali. Quindi verso il futuro si andrà verso una crescita incontrollata e quindi insostenibile? La risposta è no, perché la crescita demografica in molte parti del mondo, non solo nei paesi sviluppati è già iniziata a calare. Questo tuttavia non impedirà alla popolazione di raggiungere gli 11 miliardi di abitanti alla fine di questo secolo. Dobbiamo ricordare come questa crescita esponenzialmente sia stato possibile grazie ad un calo drastico della mortalità infantile legato al miglioramento delle condizioni di salute: fino al 1800 sui sei bambini quasi 4 non raggiungevano l’età adulta!
Molti paesi hanno fatto enormi progressi un esempio è il Bangladesh uno degli stati più densamente popolati del mondo dove dagli anni’70 il numero di figli per donna è si è dimezzato. Questo avvenuto in molti altri paesi del mondo indipendentemente dalla coltura o dalla religione. Resta ancora gran parte degli stati dell’Africa con un tasso di incremento demografico molto alto, e infatti alla fine di questo secolo in Africa ci dovrebbero essere 4 miliardi di abitanti a fronte di 1 miliardo attuale, quasi raggiungendo l’Asia che ne avrà cinque. La chiave per ridurre questa crescita è far uscire dalla povertà le famiglie più numerose e ridurre la mortalità infantile. L’Europa avrà una popolazione sempre meno rappresentativa del mondo e sempre più vecchia.
La riduzione della crescita della popolazione è legata a doppio filo con la riduzione delle condizioni di povertà e salute che affliggono ancora molti paesi: educazione, cure sanitarie gratuite, un’equa distribuzione delle ricchezze e l’assenza di conflitti sono essenziale per permettere ad una popolazione di avere le basi per riduzione consapevole della natalità che innesca un circolo virtuoso dove con meno figli si può investire di più per il futuro degli stessi. Condizioni che spesso l’occidente non ha favorito anzi…
Interessante poi una considerazione su come basterebbe poco per uscire dalle condizioni di povertà assoluta: per una famiglia del Mozambico è bastata una semplice bicicletta per fare la differenza tra povertà assoluta ed una vita più dignitosa: ridurre i tempi e caricare più merce nel caso di esempio. Questo ci mostra anche come la nostra visione occidentale non riesca a vedere come siano importanti questi piccoli cambiamenti. Un reddito che passa da 1 $ a 10 $ al giorno può sembrare poco rispetto in un paese dove il reddito è 100 $ ma in realtà è un enorme progresso. Infine nel video anche una considerazione su come sarà anche importante conciliare la crescita con il consumo la equa distribuzione delle risorse le emissioni di CO2 un compito che spetterà a noi paesi sviluppati.
Alla scala italiana possiamo ad esempio trovare ed analizzare gli interessanti dati storici dell’Istat per capire come era la situazione da noi solo un secolo fa. Nel primo decennio del ‘900 la speranza di vita alla nascita era di poco più che 45 anni (oggi è di 80), la mortalità infantile (fino al 1° anno) maggiore del 150 / 200 per mille (oggi è 4), condizioni peggiori anche dei paesi più poveri al giorni di oggi. Un miglioramento reso possibile solo dai progressi scientifici (es: i vaccini), e sociali (educazione, sanità, miglioramento delle condizioni femminili…)
Le statistiche anche sull’emigrazione sono esemplificative in soli 15 anni dal 1900 al 1915 l’emigrazione netta è stata di 2.5 milioni di persone dal nostro paese, giusto un secolo fa nel 1913 800’000 persone hanno lasciato il nostro paese dato che ci dovrebbe far riflettere su quello che accade oggi.
Infine alla scala locale la nostra provincia di Alessandria che all’opposto è fra le zone del mondo a più bassa crescita demografica ed il conseguente invecchiamento della popolazione, mitigato solo dall’immigrazione. In particolare il settore Appennino della Val Borbera ha subito uno spopolamento per il trasferimento verso le città (Genova, in particolare) ed un invecchiamento della popolazione. Calo impressionante come nel noto caso di Carrega Ligure che dai 3000 abitanti di metà ‘800. è arrivata a poche decine attuali. I centri zona (Alessandria, Casale, Novi, Tortona) dopo avere raggiunto il loro massimo di abitanti negli anni 70 hanno perso abitanti fino al 2000 per poi crescere leggermente negli anni 2000. La percentuale di over 65 enni varia tra il 20 ed oltre il 50 % (la media italiana è il 22 %, quella Europea sotto il 20 % e mondiale sotto il 10 %).
Tre esempi che ci permettono di capire come numeri e dati ci diano una chiave di lettura del mondo attuale che a volte collide con certe preconcetti e pregiudizi e di come la realtà sia spesso più complicata di come appare.