Coopsette in liquidazione, Bellavita in bilico
Sono preoccupati i dipendenti del centro benessere Bellavita per la procedura di liquidazione di Coopsette, proprietaria del complesso. Cgil: Il futuro rimane incerto e sottoposto alle decisioni del Commissario Liquidatore appena nominato
Sono preoccupati i dipendenti del centro benessere Bellavita per la procedura di liquidazione di Coopsette, proprietaria del complesso. Cgil: Il futuro rimane incerto e sottoposto alle decisioni del Commissario Liquidatore appena nominato
“La situazione non è semplice ed è innegabilmente legata ai destini della più grande Coopsette ad oggi in procedura di liquidazione” spiega Marco Sali, segretario provinciale di Slc- Cgil.
“Tramite accordo sindacale del 22 ottobre la Slc-Cgil è riuscita ad ottenere il pagamento della 14^ mensilità 2015 in due tranche ad oggi saldate.. Nei verbali di incontro sindacali sottoscritti anche dall’azienda è già previsto un incontro per il giorno 15 novembre, quando alcune situazioni saranno già state vagliate dal Liquidatore e quindi più certe che non oggi. Per questo motivo ci sorprende leggere che taluni soggetti diano già per conclusa una partita difficile ma che si deve ancora giocare”. Nulla, secondo Sali è quindi perduto.
Sulla carta, la Bellavita Wellness Age, società gestore del centro benessere, è autonoma, ma legata a Coopsette che ha ripianato i bilanci della società. “La Wellness Age oggi sta lavorando come sempre. I 24 lavoratori presenti nello stabilimento non stanno fuggendo ma, pur preoccupatissimi, stanno lavorando con le ottime competenze di sempre e che hanno permesso di fidelizzare una numerosa clientela. Rimangono certamente alcune questioni vecchie di anni in merito al personale che Slc-Cgil ha già messo sul tavolo e che saranno affrontate nei prossimi incontri”, dice Sali.
Lo “spezzatino” consisterebbe nello scorporare e rendere del tutto autonome le diverse attività che gravitano su Coopsette. Oltre il centro benessere, anche l’hotel e il ristorante mentre il cinema Uci risulta affittuario dei locali e,quindi, già autonomo rispetto all’unione di cooperative.
“Dobbiamo però amaramente constare – conclude Sali – che anche questa vicenda va ad aggiungersi a tutte le notizie negative dell’ultimo periodo provenienti dall’industria o più in generale dall’impresa alessandrina di tutti i settori. Questa provincia sta perdendo i pezzi a 360 gradi nell’immobilità più assoluta. Solo il sindacato a raccogliere i cocci e tutelare i lavoratori. Le vicissitudini della Borsalino, l’addio ad AGV solo per citare nomi storici. Ma quanti altri. Mentre la stampa nazionale fa concentrare l’opinione sull’evento EXPO, la dura e squallida realtà è quella che viviamo in provincia di Alessandria. Solo pochi anni fa la Camera del Lavoro di Alessandria faceva notare quanto la struttura Bellavita fosse malservita dal trasporto pubblico locale impedendo così l’accesso ai suoi servizi a determinate fasce di popolazione potenziale cliente. Oggi chi percorre quel tratto di strada sa benissimo quanto sia disastrato e abbandonato all’incuria. Tutti piccoli mali che sono andati ad aggiungersi a patologie ben più grandi ma che dimostrano la sensibilità di questa Provincia per le sue “risorse”.
Il centro Bellavita di Spinetta Marengo può ancora salvarsi? Noi crediamo di sì. Non vogliamo pensare che lo si voglia trasformare nell’ennesima cattedrale nel deserto. Vuota”.