“Era uno di noi”: Grondona ricorda Riccardo Garrone
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22 Gennaio 2016
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“Era uno di noi”: Grondona ricorda Riccardo Garrone

La famiglie e il paese hanno ricordato la figura dell'imprenditore Riccardo Garrone, a tre anni dalla sua morte, dedicandogli l'intitolazione della piazza principale. “Qui si sentiva a casa e in questa piazza ci siamo un po' tutti invecchiati”, ha detto il figlio Edoardo

La famiglie e il paese hanno ricordato la figura dell'imprenditore Riccardo Garrone, a tre anni dalla sua morte, dedicandogli l'intitolazione della piazza principale. “Qui si sentiva a casa e in questa piazza ci siamo un po' tutti invecchiati”, ha detto il figlio Edoardo

GRONDONA – “Qui si sentiva a casa. In questa piazza ci siamo tutti un po’ invecchiati. Non è solo una targa quella che Grondona dedica a mio padre, è l’espressione del cuore di tutto il paese”. Così Edoardo Garrone, primogenito di Riccardo, l’imprenditore e presidente del Sampdoria Club, ha ricordato l’affetto che lega la famiglia Garrone, e Riccardo il particolare, al paese che l’imprenditore scelse come buen ritiro, dagli anni Settanta in poi.
C’era, infatti, tutta la famiglia, la moglie, i figli e i nipoti, e tutto il paese, oltre alle autorità civili e militari, alla cerimonia di intitolazione della ex piazza Venezia, da ieri piazza Riccardo Garrone.
E’ un atto di riconoscenza per quanto Riccardo ha fatto dal dopoguerra ad oggi, creando opportunità occupazionali, contribuendo allo sviluppo economico e sociale della comunità. E’ anche un atto di affetto, per aver frequentato assiduamente la comunità” ha detto il sindaco Silvio Barbieri.
“Per molti era Duccio, per altri ‘il dottore’”, ricorda ancora Edoardo. In tanti lo ricordano seduto al tavolo del bar della piazza, a giocare a carte.
Riccardo era uomo di grande semplicità e di grande valore”, sono state le prime parole del prefetto Romilda Tafuri. Ne ha parlato come rappresentante dello Stato sul territorio, ma soprattutto come amica. “Un grande talento imprenditoriale accompagnato da un grande spirito di servizio verso le comunità locali e dei territori nei quali aveva la possibilità di essere presente”, Genova e Grondona, soprattutto. Amava l’arte e, soprattutto, amava trasmetterla ai bambini, attraverso la Fondazione Musa.
Fu il padre, Edoardo, a scoprire Grondona negli anni Quaranta, ma fu Riccardo a trasferirsi con la famiglia, negli anni Settanta. “Qui si sentiva a casa e qui è rimasto, nonostante il lavoro lo tenesse spesso lontano, ma faceva il pendolare”, ricorda ancora il figlio che ha parlato a nome della famiglia. Tanti i ricordi, tra gli abitanti, che ne apprezzavano il valore umano e la semplicità.
“Fu un mecenate e un benefattore”, dice ancora il Prefetto. “Quando mi è stato chiesto se era possibile intitolare la pubblica piazza prima che fossero trascorsi dieci anni dalla morte, non ho avuto alcun dubbio. La sua vita è qui, davanti a noi”.
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