Marta Canobbio: un sogno chiamato flauto
E' da poco stata in Oman per suonare Lucia di Lammermoor. "E' un paese che investe sulla musica". Gli inizia alla Rebora, poi la Scala e il Carlo Felice
E' da poco stata in Oman per suonare Lucia di Lammermoor. "E' un paese che investe sulla musica". Gli inizia alla Rebora, poi la Scala e il Carlo Felice
“Il giorno del diploma, un insegnante mi ha detto: ‘Da adesso inizia il lavoro vero!’ E aveva ragione. Da lì in poi è stato tutto un susseguirsi di audizioni, master e lezioni con importanti flautisti che mi hanno portato a suonare con diverse orchestre italiane: fra questi i Pomeriggi Musicali, l’orchestra dell’Accademia del Teatro alla Scala, altre formazioni minori ed infine l’orchestra del Teatro Carlo Felice di Genova con la quale lavoro tuttora. La strada è ancora lunga. Spero che continui il più a lungo possibile….”.
La tournée in Oman è stata per Marta un’esperienza molto particolare. “Poter toccare con mano una cultura e un mondo così diverso dal nostro, ha reso il tutto ancora più affascinante, inoltre ho avuto la fortuna di lavorare in un teatro davvero stupendo. È bellissimo come loro, pur non avendo una storica cultura musicale come la nostra, investano su di essa, mentre noi la lasciamo morire lentamente… Abbiamo eseguito due programmi: uno sinfonico con musiche di Korsakov, Tchaikowskj, Verdi, Wagner, Mascagni e uno operistico, con la ‘Lucia di Lammermoor’ di Donizetti e la regia di Dario Argento.” L’Oman ama le musiche occidentali, ma è pur sempre un Paese musulmano. “E infatti l’opera è stata modificata per rispettare la legge islamica, togliendo quindi scene di nudi, sangue e croci.”