Scuola di Cabella, il tribunale fa cadere le accuse ai genitori
Quindici persone rimaste senza lavoro. Un intero paese che ha perso un importante volano economico. E una sessantina di famiglie che si sono ritrovate di fronte alla giustizia con laccusa, sostanzialmente, di aver abbandonato i propri figli. Ma a dieci mesi di distanza dal blitz delle forze dellordine nella scuola Sahaja Yoga di Cabella Ligure, il tribunale dei minorenni di Torino ha cancellato con un colpo di spugna tutta la vicenda
Quindici persone rimaste senza lavoro. Un intero paese che ha perso un importante volano economico. E una sessantina di famiglie che si sono ritrovate di fronte alla giustizia con laccusa, sostanzialmente, di aver abbandonato i propri figli. Ma a dieci mesi di distanza dal blitz delle forze dellordine nella scuola Sahaja Yoga di Cabella Ligure, il tribunale dei minorenni di Torino ha cancellato con un colpo di spugna tutta la vicenda
A marzo del 2015 la procura dei minori del Piemonte aveva ordinato un’ispezione nei locali della scuola di Cabella, legata alla Fondazione Sahaja Yoga, il movimento religioso portato in val Borbera a inizio degli anni Novanta da Shri Mataji Nirmala Devi (mancata nel 2011). “La santona”, come in tanti la chiamavano in un misto di rispetto e di presa di distanza, nel 1991 aveva acquistato Palazzo Doria a Cabella e da allora la comunità Sahaja Yoga era andata costantemente crescendo. Tanto da dare vita a una scuola a cui le famiglie degli adepti potessero affidare i figli.
Lo scorso anno, in seguito a un contenzioso tra due genitori (un uomo tedesco aveva accusato la moglie di avergli sottratto i figli, portandoli a vivere in Italia), la procura dei minori era intervenuta a Cabella, sostenendo che la struttura fosse fuori legge. I 61 bambini ospitati – tra i 6 e gli 11 anni, per lo più di nazionalità straniera – erano stati riconsegnati ai genitori ed erano stati avviati anche i procedimenti di adozione, motivati dall’abbandono di minore. La scuola da allora è rimasta chiusa.
Oggi, però, il tribunale dei minori di Torino ha rigettato con un “non luogo a procedere” tutte le richieste di adottabilità, sul presupposto che nessuno dei bambini era stato abbandonato, ma anzi tutti erano pienamente seguiti dalle famiglie e dagli educatori.
“Abbiamo sempre avuto piena fiducia nella magistratura e questo provvedimento conferma la regolarità del nostro agire – spiega il responsabile della Fondazione Sahaja Yoga, Ezio Prandini – Ma nel frattempo la scuola è rimasta chiusa e non sappiamo se potrà riaprire, i dipendenti sono stati licenziati e l’alta val Borbera ha perso un volano economico importante, rappresentato dalle numerose persone che arrivano qui attratti dalle nostre iniziative”. Bar, ristoranti e negozi di Cabella ne sono i primi testimoni.Dal punto di vista sostanziale, dice ancora Prandini, “la nostra scuola è sempre stata in regola, con strutture sicure e adeguate alle necessità. A mancare erano solo alcuni documenti”.
Prandini e gli altri membri della Fondazione però ci credono ancora e vogliono riaprire l’istituto: “A breve avremo un incontro con i tecnici del ministero dell’Istruzione e della Regione. Speriamo di poter riaprire con l’anno scolastico 2016/17 come scuola privata [in precedenza la struttura di Cabella era classificata come scuola parentale, ossia gestita dai genitori; ndr]”.
“Sempre che da qui a settembre la burocrazia riesca a mettere un timbro su quei documenti mancanti”, conclude sconsolato Prandini.