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    Robbiano
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    Marzia Persi - m.persi@ilnovese.info  
    4 Aprile 2016
    ore
    00:00 Logo Newsguard

    Robbiano ripercorre la vita di Edilio Raggio, nobile più ricco d’Italia

    “Quando a Novi c’era Raggio. L’uomo più ricco d’Italia” questo il titolo dell’ultima fatica di Lorenzo Robbiano pubblicata da Edizioni Epokè. Quella su il conte Edilio Raggio è la nona pubblicazione di Robbiano, amante della storia locale che ha voluto, in questo libro, ripercorrere le gesta di un vero e proprio personaggio che a Novi ha vissuto per lungo tempo

    ?Quando a Novi c?era Raggio. L?uomo più ricco d?Italia? questo il titolo dell?ultima fatica di Lorenzo Robbiano pubblicata da Edizioni Epokè. Quella su il conte Edilio Raggio è la nona pubblicazione di Robbiano, amante della storia locale che ha voluto, in questo libro, ripercorrere le gesta di un vero e proprio personaggio che a Novi ha vissuto per lungo tempo

    NOVI LIGURE – “Quando a Novi c’era Raggio. L’uomo più ricco d’Italia”, questo il titolo dell’ultima fatica di Lorenzo Robbiano pubblicata da Edizioni Epokè (pag. 224, 16 euro) che verrà presentato il prossimo 8 aprile in biblioteca. Quella su il conte Edilio Raggio è la nona pubblicazione di Robbiano, amante della storia locale che ha voluto, in questo libro, ripercorrere le gesta di un vero e proprio personaggio che a Novi ha vissuto per lungo tempo. Quando è nata l’idea di scrivere su Raggio? “Con la stesura de “I senza volto” ho voluto ricostruire la vita del popolo. Nel corso delle ricerche mi sono imbattuto ripetutamente sulla figura di Raggio, a quel punto ho pensato di approfondire l’argomento. Questo libro non è di storia ma romanzato, perché cerco di accostare, per illustrarne le differenze, la vita del nobile con quella del popolo”.

    Raggio era definito il “feudatario di Novi”, non era solo un importante industriale ma anche un politico, è stato in Parlamento oltre trent’anni. Perché si è incuriosito così tanto a questa figura, tanto da scriverne un libro? “Bè mi ha incuriosito il fatto che fosse l’uomo più ricco d’Italia. Basti pensare che alla sua morte possedeva 200 milioni di lire in contanti”. Dalle ricerche che idea si è fatto del conte Raggio? “Di un uomo con una testa davvero eccezionale e, a tratti, anche un po’ megalomane. Per esempio si era fatto costruire a Cornegliano una castello molto simile al castello di Miramare a Trieste che era costato 760 mila lire”. Quale era il rapporto fra Raggio e i novesi?. “Molto stretto direi. Spesso in consiglio comunale sedevano “suoi uomini” come il sindaco Demicheli, suo cognato, proprietario di villa Pomela, ex garibaldino. Raggio, comunque, amava stare con i novesi. Quando arrivava a Novi con il treno, in stazione, ovviamente, c’era la carrozza per potarlo a Villa Minetta, ma lui preferiva andare a piedi fermarsi a chiacchierare, andare al caffè Reale. Era, in qualche modo, vicino al popolo, alla città. Raggio viene nominato Conte nel 1892 dopo l’Expo, quando giunge a Novi c’era la piazza della stazione gremita di novesi esultanti ad accoglierlo”. Quanto nel corso delle ricerche ha trovato la Novi di oggi in quella di ieri? “Oggi a Novi la presenza più importante di Raggio è quella dell’ospedale. Il resto non c’è più come la carbonifera, villa Minetta sappiamo in che condizione si trova. Poi c’è la Lomellina che è ancora quella di un tempo”. Cosa l’ha colpita di più della Novi di ieri? “Difficile dirlo, diciamo che mi sono entusiasmato a scoprire queste pagine di storia della nostra città”.

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