Alberto Pirni: il filosofo tra i robot
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Redazione - redazione@ovadaonline.net  
30 Ottobre 2016
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Alberto Pirni: il filosofo tra i robot

Il professore molarese fa parte del team dell'istituto Sant'Anna di Pisa che sta progettando la "mano bionica" e e tre robot per ospedali e case di cura. "Il rapporto tra uomo e macchina pone nuove domande su futuro e sentimenti"

Il professore molarese fa parte del team dell'istituto Sant'Anna di Pisa che sta progettando la "mano bionica" e e tre robot per ospedali e case di cura. "Il rapporto tra uomo e macchina pone nuove domande su futuro e sentimenti"

OVADA – Cosa succede quando la fantascienza diventa realtà? All’Istituto Superiore di robotica Sant’Anna di Pisa grazie ad un team di ingegneri, architetti giuristi e psicologi si è arrivati a creare la mano bionica Azzurra e i tre robot Astro, Doro e Oro. Lo scopo è affiancare nella quotidianità gli anziani, ma essere aiuti di infermieri e degenti all’interno delle case di riposo. Il molarese Alberto Pirni, insegnante di etica pubblica presso la scuola toscana spiega il suo ruolo “etico” all’interno del team pisano. “Non si tratta di sostituire l’essere umano con l’introduzione dei robot – spiega il docente – ma di integrare queste due realtà. La filosofia ci aiuta in questo senso a creare un ponte fra ciò che è umano e la robotica. Come afferma il filosofo Hegel “la filosofia è il proprio tempo” quindi uno dei miei compiti è quello di vivere il mio tempo creando un linguaggio analitico che ad oggi non c’è per permettere di analizzare in modo profondo l’interazione che si viene a creare tra uomo e macchina e l’impatto che questo può avere nella società”.

 

Il Professor Pirni e l’Ingegnere Francesco Clemente hanno presentato il loro progetto al programma televisivo “ Uno Mattina Estate “. La prima creazione ad essere presentata è stata la mano bionica Azzurra destinata a chi subisce amputazione di un arto. Grazie ad essa l’amputato può recuperare l’80% delle funzioni abituali. “Le mani sono il mezzo con cui ci mettiamo in contatto con il mondo e lo percepiamo. Al nostro arto è legato al corpo e al nostro modo di percepire e percepirci – prosegue Pirni- Per questo bisogna integrarlo con tutto un aspetto più ampio di emozioni per permettere una corretta fusione fra l’aspetto meccanico e quello psicologico della persona amputata”. I tre robot sono stati sperimentati sul campo a Firenze in una casa residenziale per anziani. “Quello che abbiamo constatato – racconta il docente – è che gli anziani all’inizio scettici hanno preso questa iniziativa con entusiasmo arrivando quasi a provare affetto per questi strani aiutanti. Questo può essere un grande passo anche nel caso dei robot domestici per aumentare l’autonomia degli anziani senza ovviamente sostituirsi ad una rete di affetti ma andando a collaborare con essi”. Non solo sperimentazione: a breve prenderà servizio anche il robot che farà la spesa condominiale. Il futuro è più che mai presente.

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