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E Walter Massa dedica il premio a Guido Ghisolfi
Assegnato al vignaiolo di Monleale il riconoscimento di 'Imprenditore dell'anno'. La cerimonia a Palazzo Monferrato, condotta da Federico Quaranta e con ospite Oscar Farinetti (Eataly)
Assegnato al vignaiolo di Monleale il riconoscimento di 'Imprenditore dell'anno'. La cerimonia a Palazzo Monferrato, condotta da Federico Quaranta e con ospite Oscar Farinetti (Eataly)
“Il vino è tutto un equilibrio sopra la follia” (strofa di uno canzone di Vasco Rossi che apre il capitolo del libro di Oscar Farinetti dedicato a Walter Massa, “istrionico, ipnotico e coinvolgente vignaiolo libero del Tortonese”) e le colline Tortonesi oggi ben rappresentano, grazie a lui, quello che un territorio ricco di qualità può realmente fare (a giudizio di Farinetti, tutto l’Alessandrino è “forse la zona del Piemonte con i prodotti più eccellenti d’Italia”).
Walter Massa ha iniziato a lavorare nell’azienda di famiglia dalla fine degli anni Settanta. Allora gli ettari di vigneto erano dodici, oggi sono ventisette, tutti nel Comune di Monleale. Con la riscoperta, per primo, del Timorasso, antico vitigno per lungo tempo dimenticato, ha progressivamente portato il Tortonese “nel salotto buono del vino internazionale”, come sottolineano all’ente camerale alessandrino. “Walter Massa – dice Gian Paolo Coscia – è il primo imprenditore agricolo a ricevere il premio istituito da oltre dieci anni. Credo sia un riconoscimento particolarmente meritato perché davvero Massa è stato ed è tuttora un riferimento per il mondo della vitivinicoltura provinciale, ma è anche un testimone riconosciuto di rilievo nazionale che lavora per far conoscere e apprezzare i prodotti, i paesaggi, l’economia di tutto il territorio”. Ventisette ettari di vigna coltivati a barbera, croatina, freisa, timorasso e moscato bianco con quattro cru, centoventimila bottiglie vendute, un numero che non vuole modificare “per poter rimanere artigiano” e “quattro le banche con cui ha debiti”. Sì, perché Walter Massa non risparmia mai niente e nessuno. “Per fare il vino come voglio io – ha dichiarato una volta a Oscar Farinetti – c’è bisogno di tre cose. Una materiale, che è l’uva, e due che non si possono comprare: il tempo e il buon senso. Per tenere insieme una cosa materiale con due immateriali bisogna trovare il punto di equilibrio sopra la follia”. E guai a chiedere quante sono, secondo lui, le categorie dei vini. “Per me – risponde – sono solo due: i vini e le soluzioni idroalcoliche”. Si, perché “un grande vino è fatto dall’uomo, dall’uomo che cammina le vigne e dalla sua passione”.