Pendolaria: l’Acqui Genova sempre da incubo
Il rapporto di Legambiente conferma la linea tra le peggiori d'Italia. Provincia citata anche per i collegamenti tra Casale, Vercelli e Mortara
Il rapporto di Legambiente conferma la linea tra le peggiori d'Italia. Provincia citata anche per i collegamenti tra Casale, Vercelli e Mortara
Complessivamente dal 2010 a oggi, a seguito della riduzione dei trasferimenti da parte dello Stato, secondo il report di Legambiente si possono stimare tagli nel servizio ferroviario regionale pari al 6,5% e negli intercity del 19,7%. Solo in pochissime regioni è aumentato il servizio (il caso migliore è la Provincia di Bolzano), in tutte le altre è stato ridotto o è numericamente rimasto uguale ma con tagli su alcune linee, mentre sono cresciute le tariffe. In Piemonte i servizi sono diminuiti dell’8,4% e le tariffe aumentate del 47,3%.
“Il trasporto ferroviario pendolare deve diventare una priorità nazionale – ha dichiarato il vicepresidente di Legambiente Edoardo Zanchini – negli investimenti e nelle attenzioni. Oggi non è così, e su troppe linee la situazione in questi anni è addirittura peggiorata, con meno treni, convogli vetusti, ulteriori tagli ad interi collegamenti. Il nuovo Governo deve individuare le risorse per il rilancio del trasporto pendolare e procedere al commissariamento dove le Regioni non sono in grado di garantire il servizio”.
Tre le 10 linee peggiori d’Italia secondo il rapporto Pendolaria, al settimo posto si trovano i collegamenti per Casale Monferrato, con la linea per Vercelli e quella per Mortara che sono state chiuse a seguito dei tagli decisi dalla Regione Piemonte. Fino a pochi anni fa da Casale Monferrato si poteva andare a Vercelli in 18 minuti, con diversi collegamenti diretti al giorno, e si poteva andare a Mortara in 25 minuti, anche qui con diversi collegamenti attraverso una linea diretta. Oggi ci vogliono fino a due ore in entrambe le direttrici perché costretti a cambi. In alternativa ci sono i pullman, comunque più lenti del servizio treni che esisteva fino a pochi anni fa.
Anche la Genova-Acqui Terme è tra le 10 linee peggiori. Tratta con 46 km a binario unico su 63, che ha subito forti tagli, caratterizzata da ritardi cronici dovuti a problemi durante l’attraversamento dei passaggi a livello, ai lavori di potenziamento della stazione di Rossiglione e quelli tra Genova Brignole e Genova Principe. Eppure è una linea di collegamento con la Regione Piemonte che attraversa molti nodi del pendolarismo nell’area genovese e che potrebbe rappresentare una alternativa all’utilizzo dell’auto per tanti lavoratori e studenti.
“Il nostro Paese ha bisogno di una cura del ferro a partire dalle città – ha concluso Zanchini -, per consentire al trasporto pendolare di raggiungere la stessa qualità ed efficienza dell’Alta velocità. In questi anni è mancata una regia nazionale rispetto a un servizio ferroviario pendolare trasferito alle Regioni, che ha avuto come conseguenza tagli e aumenti delle tariffe senza che si fissassero obiettivi di efficienza del servizio o controlli su quanto avveniva nelle linee. Occorre dare speranza ai pendolari che la situazione possa migliorare, e ciò potrà avvenire solo trovando risorse per aumentare il servizio e per acquistare treni nuovi”.