Calcio femminile: la Novese gela l’Empoli in extremis. Emozioni intense al ‘Girardengo’
Il gol di Tessa Rigolino getta nello sconforto le toscane, che stavano accarezzando il sogno del sorpasso in classifica, 1-1 il risultato finale. Gioia sfrenata per un pari che le conferma prime anche se il campionato non è ancora finito
Il gol di Tessa Rigolino getta nello sconforto le toscane, che stavano accarezzando il sogno del sorpasso in classifica, 1-1 il risultato finale. Gioia sfrenata per un pari che le conferma prime anche se il campionato non è ancora finito
Novese-Empoli non è stata solo una partita di pallone ma una sfida fra due compagini che si ammirano e che in campo hanno messo l’anima: se ne sono accorti i quasi 700 del Girardengo (un centinaio provenienti da Empoli) che potranno dire “io c’ero” perché quello che è accaduto domenica 12 rimarrà una storia di calcio e di vita da narrare ai posteri.
Come nella vita, anche nel calcio sono gli episodi a cambiare i destini degli uomini e se fino al 95° e 30 secondi mister Pistolesi dell’Empoli accarezzava il sogno di superare in classifica la Novese nel girone A di serie B femminile ipotecando il salto di categoria, nell’ultimo giro di lancetta i sorrisi delle toscane si sono trasformati in pianto e rabbia, disperazione e delusione, l’esatto opposto di quello che è accaduto alla novesi, passate dalla tristezza per un match che valeva tanto alla gioia sfrenata per un pari che le conferma prime anche se il campionato non è ancora finito. Lacrime vere in campo se ne sono viste parecchie, con le toscane che ancora mezz’ora dopo la fine dell’incontro si aggiravano come fantasmi nella pancia dello stadio, incredule di quello che era successo al termine di una partita meravigliosa per intensità, ritmo e qualità tecniche, dote in cui l’Empoli ha dimostrato di essere superiore con un elemento, il fantasista Mastalli, una spanna sopra tutto e tutte anche se il portiere Baldi, il centrale Vannucci e il laterale destro Di Guglielmo sono state encomiabili.
La Novese? Un po’ sottotono per la forza delle rivali, le biancocelesti che domenica hanno inaugurato il nuovo inno di Massimo Montecucco e della band Wada Wada, si sono dimostrate delle straordinarie incassatrici, capaci di prendere sberle metaforiche (espulsioni, ammonizioni, attacchi forsennati delle avversarie, errori di qualche elemento che ha sentito la partita oltremisura) senza mai gettare la spugna. Emblematica l’azione del pareggio perché Arianna Montecucco si è rivelata la fuoriclasse che anche nelle giornate negative è in grado di fare la differenza andando a guadagnarsi la punizione da cui è scaturito il parapiglia che Tessa Rigolino, un difensore centrale, ha finalizzato a rete scatenando la gioia di tutti meno che di mister Fossati, accovacciato in panchina a godersi il pari e quasi incapace di gioire anche al triplice fischio, prima di essere portato quasi di peso sotto le tribune dello stadio per prendersi la meritata standing ovation di un “visionario” che in estate qualcuno derideva pensando che il calcio femminile a Novi non potesse attecchire. Invece, quelle 12 bambine che hanno accompagnato in campo le protagoniste a inizio metch e le 20 scatenate ragazze della Juniores in tribuna a reggere il tifo sono la prova che Fossati, Saccone, Montecucco e tutti gli altri dirigenti avevano visto giusto perché Novi non è una città fredda, è semplicemente diffidente ma se le conquisti il cuore, sa ricambiare a dovere.