Sindacato interno tutto ‘di base’ alla Guala Closures
Clamoroso esito del voto che ha visto l'Usb travolgere la Cgil e la Uil e diventare maggioranza assoluta. Il nuovo assetto quanto peserà sui rapporti con l'azienda presieduta da Marco Giovannini?
Clamoroso esito del voto che ha visto l'Usb travolgere la Cgil e la Uil e diventare maggioranza assoluta. Il nuovo assetto quanto peserà sui rapporti con l'azienda presieduta da Marco Giovannini?
La storia sindacale della Guala Closures è stata scandita da pagine delicate come la gestione dei processi di acquisizione dello stabilimento di Magenta o la chiusura di quello di Basaluzzo o ancora l’abbandono dell’impianto di Torre d’Isola, in provincia di Pavia, ma anche da accordi che hanno anticipato alcuni strumenti di gestione di crisi aziendali, come quello che ha visto trasformare un gruppo di colletti bianchi in colletti blu per evitare il licenziamento. Quest’ultima è stata una intesa con i confederali di Cgil, Cisl e Uil che ha fatto scuola e portato alla ribalta nazionale l’azienda presieduta da Marco Giovannini non per l’ennesimo prodotto innovativo, bensì per un atto tutto interno. La vicenda risale a diversi anni fa e aveva coinvolto ventidue dipendenti cui la Guala Closures come alternativa al licenziamento aveva proposto di passare al settore produttivo. In dodici hanno accettato e gli ex impiegati hanno mantenuto lo stesso livello retributivo, pur cambiando ritmi e abitudini. Chi aveva rifiutato ha preso un incentivo ed è andato in mobilità. Le voci sindacali avevano sottolineato gli aspetti positivi di una intesa che al termine del periodo ha visto tornare una parte di lavoratori alle mansioni originali. Sia la Uil con Elio Bricola che la Cgil con Paolo Parodi all’epoca avevano affermato che “in un contesto tutt’altro che roseo una proposta del genere è comunque positiva e si è manifestata la volontà di andare incontro ai dipendenti, anche con una proposta alternativa”.