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    Alluvioni
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    Irene Navaro - irene.navaro@alessandrianews.it  
    14 Luglio 2017
    ore
    00:00 Logo Newsguard

    Alluvioni Piovera, ecco perchè si deve fare

    Via libera della Regione e del consiglio provinciale alla nascita del nuovo comune che nascerà dalla fusione di Alluvioni Cambiò e Piovera. Tra ottobre e novembre ci sarà in referendum. I due sindaci: “ecco perchè conviene e perchè non finirà come a Cassano e Gavazzana”

    Via libera della Regione e del consiglio provinciale alla nascita del nuovo comune che nascerà dalla fusione di Alluvioni Cambiò e Piovera. Tra ottobre e novembre ci sarà in referendum. I due sindaci: ?ecco perchè conviene e perchè non finirà come a Cassano e Gavazzana?

    POLITICA – I primi passi sono stati fatti e ora si va dritti al referendum consultivo popolare: potrebbe nascere già a gennaio 2018 il nuovo comune Alluvioni Piovera, nato dalla fusione di Alluvioni Cambiò e Piovera.
    L’altro giorno i due sindaci, Enrico Boccaleri per Piovera e Giuseppe Francesco Betti per Alluvioni, hanno illustrato l’accordo al consiglio provinciale, che ha dato parere favorevole unanime.
    Il primo caso di fusione, in provincia, fu quello tra Cassano Spinola e Gavazzana, che dovrebbe essere operativo da gennaio. Il condizionale, però, è d’obbligo perchè gli abitanti di Gavazzana al referendum hanno votato in massa “no” alla fusione, peraltro già approvata dal consiglio comunale e accolta da Regione e Provincia. E la nuova amministrazione ha annunciato di voler ricorrere al Tar per bloccare il procedimento. 
    “Il nostro caso è differente rispetto a Cassano e Gavazzana – premettono i due sindaci di Piovera e Alluvioni – intanto perchè la dimensione dei due comuni è simile (circa 900 abitanti ad Alluvioni e 850 a Piovera, ndr). Abbiamo tenuto diversi incontri con la popolazione, almeno quattro. La nostra impressione è che ci sia il consenso dei cittadini”.
    I due centri fanno già parte di un’unione di comuni, che comprende anche Sale e Molino dei Torti. “Diversi servizi sono già in comune. Non ne verrebbero tolti, piuttosto aggiunti. Ossia, se una sede è chiusa, i cittadini si potranno rivolgere all’altra, solo per fare un esempio”. Sempre insieme le due municipalità amministrano già l’asilo, un fiore all’occhiello, tanto per portare un altro esempio, e i trasporti. E poi il nome (che non è solo una formalità): Alluvioni Piovera, da cui si capisce che sarà una fusione e non altro.
    La premessa all’unione è, però, la medesima: trasferimenti ridotti all’osso, poche risorse e difficoltà di gestione. Stato e Regione garantiranno risorse per premiare il “coraggio” dei due centri: nelle casse del nuovo comune dovrebbero arrivare 680.814 euro di trasferimenti, più oltre 2 milioni di finanziamenti, che saranno equamente divisi: 50% a favore dei cittadini, sotto forma di risparmi su tasse comunali (come l’abolizione dell’addizionale Irpef) e 50% in opere pubbliche.
    “Occorre tenere presente anche il patrimonio ambientale e comunale che sarà messo a fattore comune, dai centri sportivi, all’area parco, al castello”. Alluvioni Piovera, diventerà “il luogo ideale per vivere come si si fosse in una località turistica”, dicono scherzando Boccaleri e Betti. Ma ci credono davvero.
    Dopo il via libera dei due consigli comunali, Provincia e Regione, la “pratica” torna a Torino. Palazzo Lascaris dovrà pronunciarsi entro il 31 luglio. Poi sarà indetto un referendum, da tenersi tra i 1 ottobre e il 15 novembre. Se anche le cittadinanze si esprimeranno per i si, si scioglieranno le due amministrazioni per darne vita, a gennaio, ad una nuova in cui sarà garantita la rappresentanza delle due municipalità che manterranno il presidio su entrambe i territori.
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