Tasse e mensa, le proposte delle mamme del web
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Tasse e mensa, le proposte delle mamme del web

Le mamme del gruppo “Genitori alessandrini vs costi mensa scolastica” hanno anticipato una bozza di richieste che presenteranno all'assessore Straneo durante l'incontro di lunedì pomeriggio. Lucide e determinate puntano ridurre i costi per il servizio mensa

Le mamme del gruppo ?Genitori alessandrini vs costi mensa scolastica? hanno anticipato una bozza di richieste che presenteranno all'assessore Straneo durante l'incontro di lunedì pomeriggio. Lucide e determinate puntano ridurre i costi per il servizio mensa

ALESSANDRIA – Hanno idee chiare e sono determinate a raggiungere l’obiettivo: quella di ridurre o, comunque, rendere più equo, il costo del servizio di mensa scolastica.
La protesta, nata via web, era nata per protestare contro il costo fisso, richiesto alle famiglie, in aggiunta al buono pasto. Si paga in base al reddito Isee e la tariffa massima è di 150 euro. La tariffa più alta, ossia i150 euro, è invece applicata ai residenti in altri comuni, qualunque sia il reddito.
Il comune, per voce dell’assessore Straneo, si era detta disponibile ad aprire un dialogo e lunedì si dovrebbe tenere un incontro, anche se, aveva anticipato l’amministratore, i margini di manovra sembrerebbero ridotti.
I genitori lamentano che il costo fisso, per sua natura, non è commisurato al numero di pasti. Che il figlio usufruisca una volta a settimana del servizio o tutti i giorni, il costo quello resta. E si va ad aggiungere al costo giornaliero del pasto, di 4 euro.
Tra le altre problematiche segnalate, c’è la mancata possibilità di rateizzare la tassa.
C’è poi, una questione più generale, sollevata già lo scorso anno a livello nazionale: ossia la possibilità di offrire alle famiglie una alternativa, ossia quella di portarsi il piatto da casa, panino o altro, non consentito. Una soluzione attuale: andare a prendere il bambino nella pausa pranzo e riportarlo a scuola dopo pranzo.
“Tutte queste difficoltà e la mancanza di alternative stanno di fatto danneggiando i bambini che di fatto perdono un momento formativo e di condivisione importante con i propri compagni e insegnanti, che vedono dimezzata la frequenza al servizio mensa”, scrivono.

Ecco, quindi, cosa propongono:
1 – “
che venga eliminato il distinguo tra residenti e non residenti, facendo gravare i costi non sulle famiglie ma eventualmente sui comuni di residenza che spesso non forniscono i servizi necessari alle famiglie”;
2 – “che sia rivista la distribuzione delle quote dei buoni pasto in funzione del loro reale utilizzo con eventuale eliminazione o riduzione del costo di iscrizione alla refezione scolastica”;
3 – “nel caso in cui si renda necessaria la tassa di iscrizione, che questa possa essere rateizzata”
4 – “Che si trovino degli accordi tra Comune e Istituti affinché si possa portare il pasto da casa”
5 – “fornire valide alternative alle famiglie che non riescono a sostenere i costi della mensa”
6 – “Rivedere il contratto con Aristor, migliorando il servizio e la qualità e immaginando meccanismi utili all’abbattimento dei costi.”

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