Piano paesaggistico: buono strumento, “ma la Regione non lasci soli i Comuni”
Il Piemonte ha un nuovo Piano paesaggistico regionale che detta le regole per la pianificazione sostenibile dello sviluppo territoriale. Soddisfazione da parte delle forze politiche regionali della maggioranza di centrosinistra. E appoggio anche dai 5 Stelle, che chiedono però alla Regione di "non lasciare soli i Comuni". Dannoso invece per le forze di centrodestra
Il Piemonte ha un nuovo Piano paesaggistico regionale che detta le regole per la pianificazione sostenibile dello sviluppo territoriale. Soddisfazione da parte delle forze politiche regionali della maggioranza di centrosinistra. E appoggio anche dai 5 Stelle, che chiedono però alla Regione di "non lasciare soli i Comuni". Dannoso invece per le forze di centrodestra
Dopo una lunghissimo lavoro, il documento è giunto alla fine del suo percorso. In nove anni vi hanno lavorato diverse maggioranze, i relativi assessori, le Commissioni consiliari Urbanistica e Ambiente e sono stati ascoltati i numerosissimi soggetti coinvolti.
Numerosi i commenti a seguito dell’approvazione dalle diverse forze politiche della Regione. “La tutela del paesaggio, sia quello naturale che quello realizzato dalle mani sapienti dell’uomo, con l’approvazione di questo piano diventa norma: una vera e propria rivoluzione” commenta con soddisfazione la consigliera Silvana Accosato a nome del gruppo art. 1 MDP .
Soddisfazione anche dal Movimento 5 Stelle, “avrebbe potuto essere un Piano più coraggioso, ma comunque costituisce un buon strumento per tutelare il paesaggio piemontese, motore di sviluppo turistico per la nostra regione. Una volta attuato dai Comuni, che dovranno essere aiutati con risorse regionali, contribuirà a snellire le procedure per le autorizzazioni paesaggistiche, non essendo più vincolante il parere della Soprintendenza” ha sottolineato Paolo Mighetti.
“Siamo consapevoli del fatto che il Piano paesaggistico regionale ponga dei vincoli ai Comuni del Piemonte, che in alcuni casi dovranno adeguare i propri Piani regolatori, ma non condivido la paura, in quanto non siamo davanti ad un blocco dello sviluppo. L’adeguamento della pianificazione comunale dovrà andare a individuare i processi di valorizzazione del territorio” ha voluto ribadire Elvio Rostagno del Partito Democratico. “Abbiamo presentato come Partito Democratico un ordine del giorno, di cui sono prima firmataria – sottolinea Conticelli – approvato da tutta l’aula, che impegna la Giunta regionale a prevedere meccanismi di accompagnamento delle procedure di adeguamento, soprattutto laddove emergano delle difficoltà e a stanziare le risorse adeguate per un sostegno finanziario, da erogarsi anche attraverso bandi pluriennali, a favore in particolare dei piccoli Comuni”. Un’attenzione importante per gli Enti più piccoli. “Anche attraverso le Unioni di Comuni – aggiunge Nadia Conticelli – i Comuni possono migliorare i loro strumenti urbanistici. Sbaglia profondamente chi afferma che il Piano paesaggistico mina lo sviluppo del Piemonte”.
Che è il primo pensiero delle forze di centrodestra: “Questo è un atto velleitario e dannoso per il Piemonte, perché nessun Comune avrà mai, da parte della Regione, le risorse per aggiornare il Piano regolatore, con il rischio di essere l’ennesimo costo insostenibile per gli enti pubblici locali e, soprattutto, dannoso per tutto lo sviluppo economico, congelando di fatto tutte le attività che sono soggette al rispetto dei vincoli del Piano” è stata l’accusa mossa da Gian Luca Vignale (Mns). “Rispetto alla futura applicazione del Piano, ci saranno grossi danni sia per le amministrazioni pubbliche e sia per i privati, che dovranno confrontarsi con una normativa ridondante e complessa” ha aggiunto Diego Sozzani di Forza Italia.