“Solo una discussione, è tutto falso”: parla il promotore della petizione
"Non ho paura di metterci né la mia faccia né il mio nome, perché di quello che è stato raccontato non è vero nulla". Domenico Dattola, per tutti Mimmo, è il promotore della petizione contro la sosta dei pullman in corso Marenco a Novi Ligure
"Non ho paura di metterci né la mia faccia né il mio nome, perché di quello che è stato raccontato non è vero nulla". Domenico Dattola, per tutti Mimmo, è il promotore della petizione contro la sosta dei pullman in corso Marenco a Novi Ligure
«È vero che c’è stata una discussione dai toni accesi – dice Dattola – Ma non ho minacciato nessuno né c’è stato alcun gesto violento. E la dimostrazione è che, come ha ammesso la stessa Priolo, nessuno dei presenti o dei passanti ha sentito il bisogno di intervenire». Dattola sa di essere in una posizione scomoda («in passato ho avuto qualche grana con la giustizia», spiega), ma ha preferito farsi avanti e raccontare pubblicamente la sua versione dell’accaduto, anche se il suo nome non era finora emerso.
«Sono andato al bar Marenco per chiedere alla titolare di firmare la petizione – afferma l’uomo, che ogni tanto dà una mano alla figlia, proprietaria della vicina pizzeria Bandiera – Lei mi ha risposto di no e la cosa sarebbe finita lì: la successiva discussione non c’entra nulla con la raccolta firme, bensì con una vecchia questione sui “Venerdì di luglio”».
Da lì, secondo Dattola, sarebbe partita una discussione dai toni aspri, con qualche insulto («reciproco», specifica l’uomo). «Ma non ho fatto nulla di quello che mi viene attribuito», dichiara. «Gesticolando mentre parlavo ho fatto cadere qualcosa che si trovava sul bancone e uscendo ho inciampato in un cestino». E le minacce di dare fuoco al locale? «Le ho detto “Ti sei bruciata un amico”, e basta».
Successivamente, tramite conoscenze comuni, «ho cercato di riallacciare i rapporti ed ero disposto a porgere le mie scuse – afferma Dattola – ma non ho avuto alcuna risposta». E ora? «Adesso è tutto nelle mani degli avvocati, la verità su questa storia verrà fuori in tribunale».