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    Redazione - redazione@alessandrianews.it  
    14 Gennaio 2018
    ore
    00:00 Logo Newsguard

    Le Meraviglie di Angela si dimenticano del Monferrato. Per fortuna c’è la mappa partecipata

    In una puntata sui siti Unesco Alberto Angela racconta solo Barolo. Critiche ma anche autocritica: "Loro fanno promozione da trent'anni, abbiamo da imparare". Gli infernot si salvano con la mappa partecipata, aggiornabile online da chi ci vive

    In una puntata sui siti Unesco Alberto Angela racconta solo Barolo. Critiche ma anche autocritica: "Loro fanno promozione da trent'anni, abbiamo da imparare". Gli infernot si salvano con la mappa partecipata, aggiornabile online da chi ci vive

    MONFERRATO – Una trasmissione televisiva vista ed apprezzata da milioni di italiani sui luoghi e monumenti patrimonio dell’umanità – l’Italia ne ha più di tutti al Mondo – avrebbe dovuto far piacere anche ai promotori delle recenti colline Unesco del Monferato-Langhe-Roero. E invece sono stati molti gli scontenti che, nell’ultima puntata delle “Meraviglie, una penisola di tesori” condotto da Alberto Angela (in onda mercoledì 10 gennaio) non si sono visti rappresentati forse per esigenze di sintesi, forse per altri motivi.

    Così Angela ha passeggiato tra le vigne del Barolo, ha toccato il castello di Grinzane e ricordato il Risorgimento di Cavour. Dimenticandosi che le colline del vino, tra i pochi siti Unesco a comprendere un’area e non un luogo ben preciso, sono molto di più di un pezzo di Granda piantata a Barolo.

    Lo stesso presidente della provincia di Asti – nonché sindaco di Canelli – Marco Gabusi, senza troppa polemica ha voluto scrivere al conduttore Rai per invitarlo nelle terre ‘dimenticate’: “Vi sono altrettante storie di uomini, imprenditori e vini del Monferrato che varrebbe la pena di raccontare”, scrive Gabusi che trova anche un motivo per rifletterci su e fare autocritica, “E’ necessario però cogliere anche uno spunto per un’analisi circa la  situazione di cui siamo tutti, in quota parte responsabili. Abiamo fatto passi avanti in termini di promozione del territorio, ma il percorso è ancora lungo se, nuovamente, un servizio televisivo non ci ha dato il giusto rilievo.  Dobbiamo assumerci le nostre responsabilità  senza guardare con invidia ai nostri vicini di casa,  ma  prendere  spunto di quanto fatto nelle Langhe  negli  ultimi trent’anni”. Nei prossimi giorni  Gabusi  contatterà tutti gli attori coinvolti nel “sistema Monferrato” a partire dall’Assessorato Regionale al Turismo,  con i  sindaci delle Core zone, l’Associazione Paesaggi Vitivinicoli, l’Azienda turistica locale, i Consorzi  del Barbera e  Vini  del Monferrato  e l’Asti Spumante,  le strutture ricettive, le Associazioni di categoria.

    Sulla vicenda Palazzo Ghilini non si è espressa – anche se tra gli esclusi ci sono anche gli infernot del Monferrato casalese.

    L’unico a tenere alto l’onore collinare e quello vitivinicolo è Donato Lanati, enologo del centro ricerche Enosis di Fubine. Da una sua idea promozionale e, come scrive, dalla sua ribellione verso le guide turistiche troppo particolareggiate è nata l’idea della mappa partecipata del (basso) Monferrato. La mappa nasce dalla volontà di accedere ad informazioni sul territorio, non attraverso una guida tradizionale, ma con un “manuale d’uso”, un sistema per scoprire il Monferrato seguendo consigli e segnalazioni da chi già il territorio lo conosce e anche da chi lo sta scoprendo.

    Tutte le curiosità sui personaggi, sulle cantine, sui luoghi unici da visitare lasciate ‘in sospeso’ dalla trasmissione delle meraviglie italiane si trovano su: www.monferrato.tours.
     

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