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Elio Defrani - e.defrani@ilnovese.info  
24 Febbraio 2018
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Soldi spariti all’asilo di Arquata, la protesta dei genitori

L'amministrazione comunale di Arquata Scrivia chiede alle famiglie di pagare le rette versate ma tenute per sé dall'ex direttrice dell'asilo Morando, ora sotto indagine. Protestano i genitori: "Non paghiamo per l'inadeguatezza di altri". Sabbi (opposizione): "Il controllo sui dipendenti spetta al Comune"

L'amministrazione comunale di Arquata Scrivia chiede alle famiglie di pagare le rette versate ma tenute per sé dall'ex direttrice dell'asilo Morando, ora sotto indagine. Protestano i genitori: "Non paghiamo per l'inadeguatezza di altri". Sabbi (opposizione): "Il controllo sui dipendenti spetta al Comune"

ARQUATA SCRIVIA – I genitori non se la passano bene, costretti a pagare anche migliaia di euro in taluni casi. Ma pure l’amministrazione comunale ha le sue grane, costretta a barcamenarsi tra le indagini, le indicazioni della Corte dei Conti e la rabbia di decine di famiglie. Parliamo di Arquata Scrivia, dove l’inchiesta sui comportamenti dell’ex direttrice dell’asilo nido sta avendo pesanti ripercussioni. Per capirci qualcosa bisogna fare un passo indietro, a giugno del 2017, quando la direttrice dell’asilo Teresa Gandolfo viene denunciata: secondo l’accusa, avrebbe accettato un numero di bambini superiore a quello ammesso nella struttura e avrebbe tenuto per sé parte delle rette pagate dai genitori.

Come fare per recuperare i soldi trattenuti dalla direttrice? In attesa che le indagini – penale e contabile – facciano il loro corso, l’amministrazione del sindaco Alberto Basso li vuole dai genitori che in buona fede avevano versato quanto Teresa Gandolfo chiedeva loro.
Si tratta di cifre molto differenti: da poche decine di euro a importi a tre zeri («a me hanno chiesto 3.800 euro», dice una mamma). Somme che ovviamente hanno destato l’indignazione delle famiglie coinvolte dalla vicenda, una quarantina in tutto, chiamate dal Comune a pagare entro il 28 febbraio. Diverse le proteste: «Abbiamo sempre versato le rette che ci venivano richieste e tutta la documentazione completa di timbri e firme è stata mostrata anche ai carabinieri che indagano – dice uno dei genitori – Perché dobbiamo essere noi a pagare ora? Non vogliamo pagare per l’inadeguatezza di altri, l’amministrazione comunale doveva tenere sotto controllo la situazione dell’asilo».

Il sindaco Basso ha spiegato che il Comune ha seguito le indicazioni della Corte dei Conti, ma che l’intenzione è quella di costituirsi parte civile contro Teresa Gandolfo, nel caso si dovesse arrivare al processo, e chiedere alla direttrice di restituire le somme.
«Non si tratta di una scelta politica, ma di un mero atto tecnico – ribadisce l’assessore all’Istruzione Nicoletta Cucinella – Gli uffici comunali hanno fatto quello che la legge gli imponeva di fare, non si poteva evitare. Per il resto, c’è un’indagine in corso e ogni altro commento sarebbe inopportuno».

L’opposizione però vuole vederci chiaro. Diego Sabbi, capogruppo di Arquata bene comune, ha presentato un’interrogazione per sapere dalla giunta a quanto ammonti l’ammanco nei conti dell’asilo “Morando”. Per Sabbi, chiedere i soldi ai genitori, oltre che ingiusto, potrebbe esporre il Comune a un contenzioso giudiziario con le famiglie. «Il controllo dei dipendenti è responsabilità dell’amministrazione», ha scritto il consigliere comunale che chiede anche di poter analizzare la risposta data dalla Corte dei Conti al Comune, per capire con esattezza i termini della questione.
Dal punto di vista politico, Sabbi punta il dito contro la mancanza di controlli e di trasparenza («le informazioni andrebbero condivise pubblicamente e con i genitori andava aperto un confronto prima di inviare le richieste di pagamento», afferma).