Case di riposo, Novi e Gavi non chiudono: salvi 53 posti di lavoro
Non chiuderanno le residenze sanitarie per anziani di Novi Ligure e Gavi: i sindacati hanno trovato l'accordo con la cooperativa che le ha prese in gestione, la Codess di Padova. Salvi 53 posti di lavoro
Non chiuderanno le residenze sanitarie per anziani di Novi Ligure e Gavi: i sindacati hanno trovato l'accordo con la cooperativa che le ha prese in gestione, la Codess di Padova. Salvi 53 posti di lavoro
La Kcs – la cooperativa sociale che aveva in gestione la Rsa di salita Bricchetta a Novi, quella di via Ospedale a Gavi e quella di via Giani a Serravalle – era finita sotto la lente d’ingrandimento lo scorso anno, per la mancanza di manutenzione nelle strutture che le erano state affidate (anche se non era chiaro a chi spettavano le spese per i lavori). La Rsa di Serravalle nel frattempo ha chiuso e il rischio, concreto, era che lo stesso destino venisse riservato anche a Novi e Gavi.
Grazie alle trattative, la procedura di mobilità per i 53 addetti delle due strutture è stata dapprima sospesa e poi ritirata. Nel frattempo l’Asl ha svolto una gara per la gestione delle Rsa di Novi e Gavi, che si è aggiudicata la cooperativa sociale Codess di Padova.
«All’avvio del confronto sul cambio di gestione e sulle assunzioni dei lavoratori sono sorte alcune criticità, perché la cooperativa aveva dichiarato un esubero del 50 per cento di ore su tutto il personale – spiegano dalla Cgil – Dopo lunghe trattative si è raggiunto un accordo dignitoso: tutte le lavoratrici hanno avuto la possibilità di essere assunte senza soluzione di continuità e alle stesse condizioni economiche e normative, mantenendo l’anzianità maturata con la Kcs». Rimangono solo alcuni problemi minori che dovrebbero essere risolti entro ottobre.
La Codess verserà nelle casse dell’Asl un canone di quasi 9 mila euro mensili e, salvo rinnovi, avrà la gestione delle Rsa di Novi e Gavi fino alla fine del 2019. Nel bando di gara sono anche stati fissate le rette: per ciascun ospite, la cooperativa incasserà una tariffa giornaliera che varia dai 71 ai 104 euro, a seconda del grado di autonomia dell’anziano. L’importo sarà per metà a carico dell’Asl e per l’altra metà a carico dell’utente (o del Comune, nel caso in cui l’anziano versi in situazione di indigenza).