Occupazioni di alloggi e luoghi abbandonati, quali ripercussioni per Alessandria?
La circolare del ministro Salvini, che annuncia un giro di vite sulla occupazioni, potrebbe interessare anche realtà sul nostro territorio, abitate abusivamente da chi non ha ottenuto un alloggio, o spazi associativi, a volte presi e non sempre concessi dall'Amministrazione di turno. Ecco il punto della situazione per alcuni di questi spazi
La circolare del ministro Salvini, che annuncia un giro di vite sulla occupazioni, potrebbe interessare anche realtà sul nostro territorio, abitate abusivamente da chi non ha ottenuto un alloggio, o spazi associativi, a volte presi e non sempre concessi dall'Amministrazione di turno. Ecco il punto della situazione per alcuni di questi spazi
Alessandria ha un numero di occupazioni ben superiore rispetto ai territori circostanti, sebbene in calo, ed è quindi lecito domandarsi se il nostro capoluogo vedrà nei prossimi mesi l’esecuzione di sfratti di massa, quelli che per anni sono stati rinviati proprio per la presenta negli alloggi occupati di una grande quantità di minori e per le ragioni di indigenza di chi ha scelto di prendere possesso di appartamenti vuoti da tempo per gantirsi (per sé e i propri familiari) un tetto sotto sui vivere.
E’ il caso, per esempio, delle palazzine occupate in via Brodolini e corso Acqui da decine di famiglie, con l’aiuto degli attivisti del Movimento per la Casa. Non è l’unico caso in città ma è forse il più noto, proprio per l’alta concentrazione di appartamenti occupati e per l’eco avuto a suo tempo quando l’azione venna intrapresa.
La vicenda dura da anni, e in questi giorni il consigliere provinciale Maurizio Sciaudone – con deleghe a Bilancio, Finanze e Patrimonio – è tornato a far sentire la sua voce a riguardo: “è assurdo che questa situazione prosegua nell’indifferenza collettiva. Stiamo parlando di palazzine pubbliche, beni che potrebbero essere alienati per ottenere fondi che vadano a beneficio di tutti, visto che alla Provincia mancano risorse per finanziare numerosi interventi, come la manutenzione delle strade e il trasporto pubblico locale. Lì è rimasta un’unica famiglia che paga l’affitto regolarmente, circondata da inquilini abusivi, che fra l’altro vorrebbero mandarla via. E’ una situazione insostenibile”.
“Da parte del Movimento per la Casa – spiega Antonio Rosti, uno degli attivisti che da anni si impegna perché nessuno resti senza un tetto sotto cui vivere – non possiamo che ripetere quando già detto molte volte. A nessuno piace occupare un’abitazione, ma prima del rispetto per la proprietà privata per noi viene quello per la dignità delle persone e il diritto alla casa, che sono sanciti dalla Costituzione. La vicenda della circolare è solo l’ennesimo modo del ministro Salvini per cercare altri capri espiatori che distolgano l’attenzione dalle vicende che la Lega non vuole trattare: evidentemente il solo tema dei migranti non basta più. Ad Alessandria l’importante non è che le persone che hanno occupato restiano per forza dove sono oggi, ma che a tutti venga garantita un’abitazione dignitosa, e quella la base per qualsiasi trattativa”.
Sul fronte dei centri sociali e degli spazi dedicati ad attività di rilevanza sociale – un altro degli obiettivi dichiarati da Salvini – è lo stesso Sciaudone a toccare il tema del Laboratorio Sociale di Via Piave, centro sociale che si trova negli spazi dell’ex caserma dei Vigili del Fuoco, complesso di proprietà della Provincia: “sappiamo per certo che lì si sono svolti molti concerti ed altre attività senza che vi fossero le necessarie prescrizioni di sicurezza – spiega il consigliere di Forza Italia – è una situazione che in qualche modo va sanata. Se si dovesse far male qualcuno non siamo neppure in grado di stabilire oggi con chiarezza di chi sarebbe la responsabilità. Sarebbe il caso che gli occupanti pagassero un canone concordato con Provincia, anche di un valore simbolico, e si definissero bene quali spazi vengono utilizzati e quali no, così da fare in modo che parte del cortile sia affittabile ad aziende che volessero utilizzarlo, per esempio per parcheggiarvi, in tutta sicurezza, dei mezzi”.
“Non c’è nessuna situazione da sanare – replica però Eugenio Spineto, del Laboratorio Sociale – perché noi abbiamo una regolare convenzione stipulata proprio con la Provincia, che prevede il commodato gratuito degli spazi, vista la rilevanza delle attività che vengono portate avanti, e che sono ormai una ricchezza per la città. Abbiamo incontrato qualche tempo fa il presidente della Provincia, Gianfranco Baldi, e siamo in attesa che ci riconvochi per proseguire il dialogo già intrapreso”.
Recentemente, fra il novero degli spazi occupati in città, si è aggiunto l’ex asilo Monserrato, dove sabato prossimo verrà inaugurata la Casa delle Donne, dopo un’attività di sistemazione che ha occupato il collettivo Non una di Meno e alcuni simpatizzanti per buona parte dell’estate.
“Poco importa che la nostra Casa sia venuta alla luce da un’occupazione – spiega Marta Pampuro, del colletivo – anche perché da parte nostra non è mai mancata la volontà di confronto con l’Amministrazione, e permane tutt’ora. Questa però è una realtà che non poteva attendere oltre per prendere forma, e che sarà al servizio di tutta la città. La grande partecipazione che fin da subito abbiamo registrato, le tantissime offerte di collaborazione e proposte che continuamo a ricevere dimostrano quanto sia un luogo vivo e necessario, pertanto che ci provino a sgomberarlo. La nostra non si tratta di una minaccia, ma di una presa d’atto di quel che c’è: Alessandria ha finalmente una Casa per tutte le Donne viva e partecipata. Abbiamo lavorato molto per restituire alla città un luogo che rischiava, come tanti altri purtroppo, di finire nel dimenticatoio, fino a rovinarsi con il tempo”.