Uccise la sorella, disposta perizia psichiatrica
Antonino Paratore è stato trasferito oggi dall'ospedale di Casale a Valenza
Antonino Paratore è stato trasferito oggi dall'ospedale di Casale a Valenza
Sarà una perizia psichiatrica a chiarire la capacità di intendere e di volere di Antonino Paratore, 67 anni, quando uccise la sorella facendole bere l’acido muriatico, la sua capacità di stare in giudizio e l’eventuale pericolosità sociale. L’incarico al consulente dell’accusa è stato conferito oggi, dopo il giuramento. Il pubblico ministero aveva chiesto l’incidente probatorio e una perizia psichiatrica che chiarisse le condizioni dell’uomo. Richiesta a cui si è associata la difesa di Paratore, affidata all’avvocato Daniela Sogliani. Il giudice ha nominato il dottor Gabriele Rocca di Genova, mentre la difesa ha scelto come consulente di parte il dottor Alessandro Yaretti Sodano. Le conclusioni della perizia verranno discusse il 23 gennaio. Intanto, questa mattina, Antonino Paratore è stato trasferito dall’ospedale di Casale a quello di Valenza. E’ libero da ogni misura restrittiva, ma ancora allettato. Se le condizioni fisiche stanno lentamente migliorando, ora sembra emergere il dolore per sorella Rosangela. L’uomo aveva ucciso la sorella facendole ingurgitare acido muriatico, veleno che poi aveva bevuto anche lui. Paratore, 67 anni, che è rimasto sospeso tra la vita e la morte per alcuni mesi, si è svegliato dal coma la scorsa estate. Il dramma a San Salvatore lo scorso maggio, in una abitazione curata nei minimi dettagli dove fratello e sorella vivevano da sempre. Lui impegnato in un’assistenza amorevole, giornaliera, verso la sorella malata da tanti anni. Poi qualcosa si è spezzato nella mente del 67enne che ha deciso di porre fine alla sofferenza di entrambi. Ha fatto bere l’acido muriatico alla sorella, quindi lo ha ingerito lui stesso. Lei, Rosangela, 73 anni, è morta qualche ora dopo all’ospedale. Lui è stato ricoverato in gravissime condizioni all’ospedale civile di Alessandria. Nel corso dei mesi, il 67enne era stato trasferito a Casale dove è stato curato dai medici di vari reparti, dalla rianimazione alla neurologia alla medicina.