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Il Tribunale di Alessandria
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Monica Gasparini  
21 Gennaio 2019
ore
21:45 Logo Newsguard

Tagliata per sbaglio falange alla neonata, inizia il processo

L'incidente all'ospedale di Alessandria: le parti non trovano l'accordo sul risarcimento

L'incidente all'ospedale di Alessandria: le parti non trovano l'accordo sul risarcimento

La trattativa per il risarcimento dei danni alla piccola a cui fu tagliata una falange, quindi tra ospedale e famiglia, non è andata a buon fine. Se si fosse arrivati a una definizione prima dell’udienza di oggi (lunedì 21 gennaio) la querela sarebbe stata ritirata e il procedimento si sarebbe fermato. Così non è stato. L’udienza è stata rinviata al 28 marzo giorno in cui verranno ascoltati i testi del pubblico ministero.

Sotto indagine per il caso della neonata a cui fu tagliato parte dell’indice della mano destra finirono Anna Maria Felisati, 52 anni, assistita dall’avvocato Vittorio Gatti, e Loretta Scotti, 53 anni, difesa dall’avvocato Piero Monti. La famiglia della piccola si era rivolta agli avvocati Vittorio Spallasso e Giuseppe Lanzavecchia. Il pubblico ministero, Giovanni Gasparini, aveva affidato l’incarico della consulenza che doveva delineare eventuali errori, alla dottoressa Yao Chen. Il perito aveva riferito sulle cause delle lesioni subìte dalla bambina. La piccola, figlia di una coppia uruguayana, era nata il 26 maggio scorso all’ospedale  civile di Alessandria. A causa di problemi di glicemia, alla piccolina erano state attivate cure tempestive tramite flebo. Il 28 maggio, proprio durante la rimozione dei cerotti e della garza che teneva ferma la farfallina della flebo, un’operatrice sanitaria aveva tagliato anche un pezzo del dito. La neonata era stata immediatamente trasferita al Regina Margherita di Torino. I medici, con un intervento chirurgico d’urgenza, avevano tentato di riattaccare quella falange e mezza. Ma l’operazione non andò bene a causa del rigetto. Era stata ricoverata in terapia intensiva, poi le condizioni erano lentamente migliorate. Era stato il papà della piccolina a recarsi presso la caserma carabinieri di piazza Vittorio Veneto per sporgere denuncia. Aveva raccontato i fatti, e subito dopo i militari avevano raggiunto l’ospedale dove avevano sequestrato la cartella clinica. L’accusa è di lesioni colpose. Ora bisogna stabilire cosa sia accaduto durante la rimozione di garza e cerotti. “Quella mattina – aveva raccontato il padre della bambina – aveva avuto problemi di glicemia così, per farle delle infusioni di glucosio, le avevano messo l’ago cannula. Verso le 11.30 ci avevano chiesto di andare al nido. Sono andato da solo perché mia moglie non si sentiva bene. Nell’ufficio del pediatra mi hanno detto che si era verificato un incidente con la bambina quando avevano deciso di togliere l’ago cannula dal dorso della mano di mia figlia. Le era stato tagliato di netto il dito indice della mano destra, tra la prima e la seconda falange. Io non ero con lei, non ho potuto proteggerla – ha detto questa mattina fuori dall’aula -. Nessuno mi ha spiegato come è potuto accadere. Il taglio della falange ha precluso molte possibilità alla mia bambina. Valutare una eventuale protesi sarà possibile solo dopo i 16 anni”. La cifra proposta dall’ospedale non è stata ritenuta congrua dalla famiglia visti i danni subiti dalla neonata. Quindi il processo è iniziato. 

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