“Pace” tra Regione e Provincia: trifolau in giro, solo col tesserino
Le interpretazioni discordanti sui cercatori di tartufi avevano preoccupato la categoria. Dopo giorni di "confronti", ecco la decisione definitiva
ALESSANDRIA – Alla fine Provincia di Alessandria e Regione Piemonte si sono messe d’accordo si chi può andare a cercar tartufi. In questi giorni i due enti avevano emanati altrettante interpretazioni al Dpcm, generando non poca confusione tra i trifolau che per certi versi si sentivano penalizzati, visto che ci troviamo in piena stagione del tartufo bianco.
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LA DECISIONE FINALE
La Provincia aveva inteso che ci si potesse spostare solo per lavoro, così i cercatori di tartufi. Solo per chi è l’attività prevalente era permesso scorrazzare tra i boschi. Per la Regione – più generosa con la categoria – erano compresi anche gli amatori, non rappresentando comunque un problema, dal momento che i trifolau sono soliti girare da soli e custodire gelosamente le proprie tartufaie.
Da qui la confusione su chi potesse uscire in quarantena.
Alla fine è passata l’interpretazione più di manica larga di Torino, dopo una giornata di confronto anche con i Carabinieri Forestali.
“A parziale rettifica del comunicato precedente, diffuso venerdì successivamente alla nota della Prefettura di Torino, riguardante i requisiti che i tartufai devono possedere per la raccolta “professionale” di tartufi nelle zone ‘rosse'” – fa sapere il Consigliere Provinciale delegato alla caccia Stefano Zoccola – “Si precisa che gli stessi, in ossequio al successivo chiarimento della Regione Piemonte, dovranno essere in possesso esclusivamente del tesserino e della ricevuta del pagamento della tassa regionale“. E non ne parliamo più.