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Redazione  
13 Gennaio 2021
ore
17:06 Logo Newsguard
L'interrogativo

I dubbi del Calca sul progetto di arretramento dell’argine Consolata

CASALE – «Perchè nel progetto per l’arretramento dell’argine in prossimità di cascina Consolata Aipo prescrive che parte del nuovo argine dovrà essere tracimabile? – A chiederlo direttamente ad Aipo, all’autorità di bacino distrettuale e al dipartimento nazionale di Protezione Civile è il Calca, il Comitato degli alluvionati del Casalese – questa prescrizione potrebbe causare un evidente rischio  soprattutto per gli abitanti di Terranova,   persiste inoltre  a nostro parere un  altro grosso rischio  – tutt’ora attuale – ed è quello che alcuni tratti arginali del nostro territorio potrebbero non contenere una piena del Po simile a quella del 2000 ma contenuta in fascia B (tra gli argini), gli stessi argini in alcuni punti sarebbero sicuramente  poi sormontati con una portata di circa 8.200 mc. /sec., portata del fiume Po a Casale , come previsto nel Pgra (Piano Gestione Rischio Alluvioni – redatto da AdBPO ) causando  ancora gravi danni economici e rischio elevato alla salute e incolumità della popolazione residente nel casalese , questo potenziale rischio  -pur segnalato diverse volte in questi  15 anni dal C.AL.CA.- è  stato ignorato o sottovalutato anche da tutte le  Amministrazioni Comunali di Casale Monferrato succedutesi dal 2005 sino ad oggi». 

Un grido d’allarme deciso che ricalca tematiche sulle quali il comitato “batte” da molti anni: «Quello che per noi non è inoltre comprensibile è perchè negli ultimi 15 anni (lo Studio su modello fisico del Politecnico di Torino è datato marzo 2005 ) Aipo abbia sempre negato queste criticità, criticità invece segnalate, se pur velatamente,  su alcuni documenti da parte di AdBPO (Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po) . Altra questione per noi non ben comprensibile nel comportamento di AIPO è perchè a parole venga professata  disponibilità per eventuali incontri con il nostro Comitato, per ulteriori chiarimenti o aggiornamenti tecnici ma nei fatti ciò non sia avvenuto in oltre 140 giorni  e nonostante le nostre ripetute richieste per concordare  un incontro o per  avere da AIPO una risposta scritta, puntuale e concreta alle nostre richieste di chiarimenti».