La linea ferroviaria ‘che ha fatto l’Italia’: ad Asti la mostra per i 170 anni della linea Torino-Genova
L?esposizione verrà inaugurata il 18 settembre. Poi toccherà la provincia di Alessandria
Sarà inaugurata il 18 settembre, alle 11, a Palazzo Mazzetti in corso Alfieri ad Asti, la mostra per ricordare i 170 anni della linea ferroviaria Torino-Genova. Resterà aperta al pubblico fino al 24 ottobre, dalle 10 alle 19 (da martedì a domenica). L’ingresso è gratuito perché il biglietto è quello cumulativo per i vari appuntamenti del settembre astigiano. La mostra presenta in forma sintetica l’ingente sforzo infrastrutturale, economico, politico e amministrativo fondamentale per la costruzione e il consolidamento della linea su cui “si è fatta l’Italia”.
Il progetto espositivo è stato promosso dal Comitato per i 170 anni della linea ferroviaria, costituito dalla Fondazione Slala
(Sistema Logistico del Nord-Ovest). “L’idea espositiva – sottolinea Cesare Rossini, presidente di Slala – è pensata sia come la celebrazione di uno strumento fondamentale per lo sviluppo del paese, sia come un viaggio di riscoperta vissuto nella realtà dell’area vasta che comprende i sistemi infrastrutturali di Piemonte e Liguria”.
La mostra successivamente toccherà, per periodi di due-tre mesi, le principali città, fra cui Alessandria, lungo i 165 chilometri della tratta ferroviaria. L’esordio sarà ad Asti, città nella quale il primo treno fece ingresso il 5 novembre 1849. Oltre ai pannelli che sviluppano le singole sezioni, la mostra dispone di un tavolo touch screen, sul quale sarà possibile selezionare e ingrandire le quindici incisioni che il pittore svizzero Carlo Bossoli ha realizzato nel 1853 per un volume pubblicato a Londra (The Railway between Turin and Genoa).
Curatore della mostra è Roberto Livraghi. L’allestimento è curato da LineLab di Giorgio Annone. Un riferimento per la ricerca storica è stato il lavoro del professor Giulio Guderzo dell’Università di Pavia, studioso delle politiche dei trasporti e in particolare delle ferrovie nell’Italia pre e post unitaria.