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    10 Gennaio 2022
    ore
    00:00 Logo Newsguard
    La ricorrenza

    Il Santo di oggi, 10 gennaio, è San Paolo di Tebe

    Oggi, 10 gennaio, la Chiesa celebra anche San Gregorio di Nissa e Sant'Aldo

    I santi di oggi, 10 gennaio, sono San Paolo di Tebe, San Gregorio di Nissa e Sant’Aldo.

    San Paolo di Tebe

    Primo eremita cristiano

    La vita

    Proviene da una ricca famiglia egiziana e le notizie sulla sua vita ci arrivano da san Girolamo nel volume Vita Sanctii Pauli primi eremitae.

    Sotto la persecuzione di Decio, viene denunciato come cristiano da alcuni suoi parenti desiderosi di impossessarsi delle sue ricchezze ed è quindi costretto a rifugiarsi nel deserto.

    Aneddoti

    Si racconta che un corvo gli porta la razione giornaliera di pane mentre una palma, con i suoi lunghi rami, si addentra nella caverna fornendogli cibo e vestiti. Antonio Abate, all’età di 90 anni, avvisato in sogno dell’esistenza di Paolo, si reca a trovarlo. I due santi e anziani eremiti si abbracciano in lacrime. Paolo esprime il desiderio di avere il mantello che sant’Atanasio ha regalato ad Antonio e lui torna a prenderlo.

    La morte

    Durante il viaggio di ritorno Antonio trova Paolo già morto. Lo avvolge nel suo mantello e lo adagia in una fossa scavata da due leoni con le loro zampe. Nel 1381 le sue reliquie vengono portate in Ungheria, a Buda.

     

    Il santo di oggi: il calendario giorno per giorno

     

    San Gregorio di Nissa

    Vescovo

    La vita

    Nasce a Cesarea di Cappadocia (Turchia) nel 335 circa. Educato cristianamente dal fratello minore Basilio di Cesarea e soprattutto dalla sorella maggiore santa Macrina, non segue subito i fratelli nella vita ascetica. Battezzato e ordinato lettore, attratto dalla letteratura, si lascia influenzare dalla cultura classica, diventa maestro di retorica e si sposa. Alla morte della moglie, richiamato a più austera vita dal fratello Basilio e dall’amico Gregorio di Nazianzo, si ritira per qualche tempo nel monastero fondato dal fratello, sul fiume Iris.
    Alla morte del fratello, il 1° gennaio 379, Gregorio ha parte di rilievo nei tre concili convocati subito dopo, per mettere fine allo scisma che divide la Chiesa, quale erede non solo materiale, ma anche dottrinale del grande fratello. Per la sua forte preparazione filosofica e teologica viene soprannominato, dai padri conciliari, la “colonna dell’ortodossia”.

    Gregorio eccelle soprattutto nei cosiddetti “panegirici”, cioè nel tessere le lodi dei santi e nel compilarne le vite; fra le altre scrisse anche la vita della sorella Macrina. Probabilmente muore nel 395.

     

    Sant’Aldo

    Non si sa esattamente in quale epoca sia vissuto, probabilmente nei secoli intorno al Mille. Secondo una tradizione fu eremita e carbonaio a Carbonia presso Pavia, e a Pavia fu sepolto nella cappella di San Colombano, dalla quale fu traslato nella basilica di San Michele. Non a caso la memoria di Sant’Aldo si è conservata a Pavia, che fu un tempo capitale del Regno dei Longobardi. E’ probabile, infatti, che sangue longobardo scorresse nelle vene del santo eremita, o così almeno fa pensare l’origine del suo nome, che la parola longobarda “ald”, con il significato di vecchio.

     

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