“Le prenom”, quel nome scandaloso che scatena la lite in casa
Al teatro Civico di Gavi l'amara commedia francese che getta una luce sui segreti delle famiglie borghesi
GAVI — “Le Prenom – Cena tra amici” è il titolo dello spettacolo che andrà in scena sabato 19 marzo al teatro Civico di Gavi. La rappresentazione è inserita nel progetto Juta No Limits, che prevede l’audio-descrizione realizzata dal vivo destinata agli spettatori non vedenti (prenotazione obbligatoria al 345 0604219).
Lo spettacolo è portato sul palcoscenico dalla compagnia Crack24 (formata da 24 attori under 35 provenienti dalla Shakespeare School di Jurij Ferrini) ed è diretto e interpretato da Agnese Mercati, Federico Palumeri, Alessandro Cassutti, Lorenzo De Iacovo, Giulia Cerruti e Matilde Leone.
La storia è quella di cinque persone appartenenti alla media borghesia che stanno per vivere una serata come tante altre. Vincent e Anna stanno per diventare genitori per la prima volta e vengono invitati dagli altri tre per festeggiare, ma quando la giovane coppia rivela il nome che vuole dare al bambino, tutto si frantuma. La discussione degenera investendo valori e scelte personali. Tra sorprese e battaglie private che non escludono nessuno, si svela il ritratto di una famiglia allo sbando. Tutti e cinque fanno i conti con i propri segreti e i propri difetti, ma anche con un comune sentimento di appartenenza che porta a un finale aperto e “riparatore”.
Nella commedia scritta da Matthieu Delaporte e Alexandre de La Patellière si ride tanto, ma si arriva presto a riflettere su quello che sta all’interno delle nostre famiglie. Osservando i personaggi non ci si può non riconoscere, anche se con un po’ di fastidio, in uno o più di loro: non sono né buoni né cattivi, né giusti né ingiusti, sono semplicemente reali, umani e quindi complessi.
La serata è organizzata dal teatro della Juta di Arquata Scrivia, che ha dato vita anche al progetto Juta No Limits, nato dalla collaborazione tra l’associazione Abilitando, Commedia Community e il Centro Diego Fabbri. È finanziato dalla Fondazione Crt con il contributo del Comune di Arquata e della Fondazione Social.