“Tagliarono falange alla neonata”: una condanna e una assoluzione
L'episodio all'ospedale di Alessandria: "Tre mesi" all'operatrice che effettuò la rimozione del cerotto
ALESSANDRIA – Il 28 maggio 2016 all’ospedale di Alessandria venne amputata accidentalmente la falange a una neonata. Per quel grave episodio erano finite davanti al Tribunale alessandrino Anna Maria Felisati, 52 anni (l’operatrice sociosanitaria assistita dall’avvocato Vittorio Gatti), e Loretta Scotti, 53 anni (l’infermiera difesa dall’avvocato Piero Monti).
Per il Pm dovevano essere condannate a un anno di reclusione ciascuna, il giudice ha emesso la sentenza oggi pomeriggio: La Felisati – cioè chi materialmente tagliò la falange – è stata condannata a tre mesi (con la condizionale), mentre ha assolto la Scotti. L’Azienda ospedaliera (nominata responsabile civile, rappresentata dall’avvocato Roberto Cavallone) e la Felisati dovranno versare una provvisionale di 21mila euro alla parte offesa (i genitori della piccola sono assistiti dagli avvocati Giuseppe Lanzavecchia e Davide Daghino). Un eventuale maggior danno dovrà essere quantificato in sede civile.
Entrambe le difese delle imputate si erano espresse per l’assoluzione, in subordine per la particolare tenuità del fatto, e ancora il minimo della pena.
Cos’era accaduto?
La piccola, figlia di una coppia uruguayana, era nata il 26 maggio 2016 all’ospedale civile di Alessandria. A causa di problemi di glicemia, alla neonata erano state attivate cure tempestive tramite flebo.
Il 28 maggio, proprio durante la rimozione dei cerotti e della garza che teneva ferma la farfallina della flebo, l’operatrice sanitaria tagliò anche un pezzo del dito. La piccola fu immediatamente trasferita al Regina Margherita di Torino. I medici, con un intervento chirurgico d’urgenza, tentarono di riattaccare quella falange e mezza. Ma l’operazione non andò a buon fine a causa del rigetto. La neonata fu ricoverata in terapia intensiva, poi le sue condizioni migliorarono lentamente.
Denuncia dai Carabinieri
Era stato il papà della piccolina a recarsi nella caserma carabinieri di piazza Vittorio Veneto per sporgere denuncia.
Raccontò i fatti e subito dopo i militari sequestrarono la cartella clinica. Si è poi proceduto per lesioni personali gravissime colpose.
«Quella mattina – aveva detto l’uomo – aveva avuto problemi di glicemia, così per farle delle infusioni di glucosio le avevano messo l’ago cannula. Verso le 11.30 ci hanno chiesto di andare al nido. Nell’ufficio del pediatra mi hanno detto che si era verificato un incidente con la bambina quando hanno deciso di togliere l’ago cannula dal dorso della mano. Le era stato tagliato di netto il dito indice della mano destra, tra la prima e la seconda falange».
Secondo la ricostruzione, l’infermiera teneva ferma la piccola, mentre la oss si occupava di tagliare la medicazione. L’amputazione di parte della falange sarebbe avvenuta per un «movimento repentino» della neonata.