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Elio Defrani  
6 Maggio 2022
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Santo Varni, scultore e storico: la sua collezione ora è di tutti

Il Comune di Serravalle Scrivia ha terminato l'opera di digitalizzazione di oltre 2 mila manoscritti e disegni che saranno disponibili sul web

SERRAVALLE SCRIVIA — È stato uno dei più importanti scultori dell’Ottocento, ma anche uno storico, un collezionista di reperti archeologici e uno studioso di arte antica: ci sono voluti anni per restaurare, catalogare e digitalizzare i suoi manoscritti, ma oggi finalmente il fondo archivistico di Santo Varni è accessibile a tutti, grazie al progetto che il Comune di Serravalle Scrivia ha avviato nel 2007.

“Una voce dal passato: il Fondo Santo Varni. Nuove prospettive tra conservazione e fruizione” è il titolo dell’incontro che si terrà domani alle 15.00, presso il municipio di Serravalle, proprio per illustrare il progetto di valorizzazione e per inaugurare il sito santovarni.it, attraverso il quale la collezione sarà a disposizione di ricercatori, scuole e semplici appassionati.

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Dopo la presentazione nel 2018 della “Collezione Santo Varni” (costituita dai reperti archeologici oggi conservati presso la sala espositiva del municipio), questa volta, con l’inaugurazione del portale santovarni.it, si conclude l’opera di valorizzazione della cospicua componente documentale del Fondo. Aprendo la possibilità della consultazione online si raggiunge lo scopo di proteggere i documenti originali e, contemporaneamente, rendere disponibile questo straordinario patrimonio culturale a un pubblico più ampio: non solo archeologi e ricercatori, ma istituti scolastici e appassionati conoscitori della storia e della tradizione locale.

Santo Varni: arte e storia

Santo Varni fu il più importante scultore ligure dell’Ottocento. Vissuto a Genova tra il 1807 e il 1885, la sua opera influenzò intere generazioni di scultori, portando il linguaggio artistico genovese, fino ad allora rinserrato in un classicismo vetusto e ormai superato, verso nuove istanze di tipo romantico, non esenti da influssi naturalistici. Ritrattista ufficiale di casa Savoia, molte sue opere oggi possono essere ammirate al cimitero monumentale di Staglieno (oltre quaranta lavori) e nella sua casa-museo di Genova.

Santo Varni però fu anche uno studioso di arte antica, ricercatore e autore di testi storico-artistici. Consulente scientifico per il “Corpus Inscriptionum Latinarum” di Theodor Mommsen (premio Nobel per la letteratura nel 1902) fu studioso appassionato di Libarna.

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Durante tutta la vita, Santo Varni collezionò ogni genere di oggetto d’arte e di archeologia, dall’antichità classica ai suoi contemporanei: disegni, armi, monete, vasi, miniature, marmi antichi, calchi di gesso e ogni altro oggetto d’arte acquisito durante campagne di scavo e attraverso una rete internazionale di contatti di primo piano.

Santo Varni: il legato

Proprio questa attività di cultore e scrittore di storia dell’arte e collezionista appassionato, costituisce la base del consistente fondo archivistico (e di una piccola ma preziosa collezione di reperti archeologici) del quale il Comune di Serravalle Scrivia ha avviato un progetto di riordino e valorizzazione.

Il fondo, il cosiddetto “legato Santo Varni”, fu acquisito al patrimonio inalienabile del Comune di Serravalle Scrivia nel 2007 quando l’assessorato alla Cultura, allora retto da Riccardo Lera, ne rilevò la proprietà dalla signora Giuseppina Barbano Mascolo di Genova, pronipote dell’artista.

Un’operazione di grande lungimiranza culturale che assicurò al Comune di Serravalle un patrimonio storico artistico di grande valore. Il “legato Santo Varni” si compone di oltre duemila originali raccolti in trenta fascicoli che comprendono taccuini, manoscritti e disegni che gli esperti della Soprintendenza hanno giudicato «di estrema importanza, che testimoniano scoperte, oggetti archeologici e collezioni ormai disperse o non più identificabili» oltre a una «piccola collezione di reperti, tra cui si distingue una ricca raccolta di gemme antiche di consistente valore».

Verso il sito santovarni.it

Con un rilevante impegno finanziario, il Comune ha quindi dato il via al progetto di valorizzazione del legato, sia per l’ampia rassegna documentale che per i reperti archeologici. Questi ultimi, una collezione di gemme d’epoca romana a cui si aggiungono due brocchette, un cratere e i frammenti di una kyliks, dopo i lavori di pulizia e restauro eseguiti dalla ditta Docilia di Torino, sono raccolti nelle sale espositive del palazzo municipale accanto alle “Collezione Capurro” di proprietà dell’Accademia Filarmonica di Novi Ligure e a interessanti reperti concessi dalla Soprintendenza Archeologia del Piemonte.

Nell’ambito del progetto di valorizzazione delle collezioni archeologiche, il Comune ha stipulato una convenzione con l’associazione Libarna Arteventi affidandole i servizi di apertura e accompagnamento alle sale espositive del palazzo comunale.

Ben più consistente l’opera di riordino e valorizzazione della rassegna documentale affidata a ditte altamente specializzate: Acta Progetti di Torino per i lavori di schedatura, riordino e inventariazione dell’archivio cartaceo e LineLab di Alessandria per i lavori di fotoriproduzione e di scansione informatica dell’archivio cartaceo e di riversamento su supporto multimediale.

Il progetto si è concluso con l’intervento della ditta Si.Re Informatica di Novi Ligure che ha realizzato il sito santovarni.it, con la duplice finalità di assicurare la protezione dell’archivio cartaceo e, contestualmente, di agevolarne la consultazione da remoto da parte di un pubblico più ampio: non solo archeologi e ricercatori, ma istituti scolastici e appassionati conoscitori della storia e della tradizione locale.

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Il sito santovarni.it infatti raccoglie e presenta una ricchissima documentazione non solo sulla storia e sui reperti del sito archeologico di Libarna: altrettanto rilevanti sono gli studi, i disegni, le fotografie e le riproduzioni autografe che Santo Varni dedicò a una vasta regione che comprendeva la Liguria e in particolar modo il genovesato, ma che si estendeva alla Lunigiana, all’Oltregiogo, alla Valle Scrivia, che percorse come un rabdomante alla continua ricerca di monumenti da riprodurre e di testimonianze da raccogliere nelle sue carte.

Il programma dell’evento

L’evento di domani, organizzato da Comune e Soprintendenza Archeologia, si svolgerà con il seguente programma:

  • ore 15.00, saluti del sindaco Alberto Carbone
  • ore 15.35, intervento di Marica Venturino e Simone Lerma (Soprintendenza), “L’Archivio Santo Varni. Cronistoria di un progetto”
  • ore 16.00, Anna Maria Pastorino (ricercatrice, Università di Colonia), “L’archivio Santo Varni: formazione e peculiarità”
  • ore 16.30, Marcus Risso (direttore della biblioteca di Serravalle), “Il portale dell’Archivio Santo Varni”
  • ore 17.00, Simone Lerma e Marica Venturino, presentazione del volume di Anna Maria Pastorino “La collezione di sculture antiche di Santo Varni” (Genova, Sagep, 2021)
  • ore 17.30, visita guidata all’area museale a cura dei relatori

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