Deposito scorie: la carta Cnai conferma i timori dei cittadini
Tutte idonee le aree della nostra provincia già al centro di un'accesa contestazione
Dove andranno a finire le tonnellate di scorie nucleari che tanto hanno animato il dibattito fra sindaci, comitati e politici? Lo scorso marzo Sogin, la società di Stato responsabile del decommissioning degli impianti nucleari italiani e della gestione dei rifiuti radioattivi, aveva correttamente trasmesso al Ministero della Transizione Ecologica la Cnai, ovvero la Carta delle Aree Idonee atte a ospitare il deposito nazionale e annesso parco tecnologico.
Documento rimasto riservato, ma che nella giornata di ieri è apparso come bozza (non ancora ufficializzata dalla società) su diverse piattaforme online.
Stando alla mappa, i timori di molti Comuni della nostra provincia, in particolare la pianura alessandrina, sono confermati: dei 67 siti italiani segnalati all’interno della versione precedente la Cnai, ovvero la Cnapi, sono al momento 58 quelli attualmente in lizza per ‘ospitare’ l’impianto e fra questi le aree AL-1 tra Alessandria, Bosco Marengo e Novi Ligure; AL-2 tra Bosco Marengo e Frugarolo, AL-3 tra Alessandria e Oviglio; AL-8 tra Alessandria, Castelletto Monferrato e Quargnento; AL-14 tra Alessandria, Fubine e Quargnento e anche AL-13, tra Castelnuovo Bormida e Sezzadio, destano le maggiori preoccupazioni.
Mesi di battaglie, studi geologici e una mozione parlamentare risalente all’aprile dell’anno scorso non hanno scongiurato le ipotesi di insediamento ma, secondo il Ministero della Transizione Ecologica, “l’istruttoria è ancora in corso”, nulla di concreto e ufficiale dunque.
Scadenze e timori
L’iter burocratico indica dicembre 2023 come tempistica definitiva per la scelta del sito, che dovrà dunque diventare operativo nel 2029. Tuttavia se entro il 2025 i lavori non dovessero essere avviati, l’Italia incapperebbe in un grave procedimento d’infrazione da parte della Commissione Ue, che impone la messa in sicurezza di oltre 100mila tonnellate di scorie nucleari, e con esse i rifiuti del settore medico-ospedaliero.
Il fronte nel ‘no’ piemontese resta compatto, così come i comitati, pronti a ribadire le ragioni di tale opposizione. Gli ettari da destinare al deposito andrebbero a impattare negativamente su ambiente, salute, agricoltura e turismo (specie per le aree monferrine).
Ora si attende la pubblicazione ufficiale della Cnai da parte di Sogin, dei ministeri incaricati e dell’Isin. A quel punto, entro 30 giorni dall’approvazione della carta, la Sogin inviterà le regioni e gli enti locali delle aree idonee alla localizzazione del Parco Tecnologico a comunicare entro i 60 giorni successivi il loro interesse ad ospitare il parco, avviando nel contempo le trattative bilaterali ai fini dell’insediamento definitivo.